Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, è arrivato alla Festa dell’Unità di Ravenna accompagnato dal futuro commissario dell’Unione Europea Paolo Gentiloni da cinque dei nuovi nove ministri democratici del governo Conte: Roberto Gualtieri, Paola De Micheli, Dario Franceschini, Enzo Amendola e Peppe Provenzano.
Prima del discorso, in platea, la base del partito ha intonato Bandiera Rossa e Bella Ciao. Dal palco Zingaretti ha mandato un messaggio a tutto l’arco politico, soprattutto alla Lega: “Da oggi si cambia tutto” per poi aggiungere “A Conte chiediamo lealtà e saremo leali, tra nemici non si governa per il bene dell’Italia [..] Chiudiamo la stagione dell’odio, apriamo la stagione della speranza che guarda al futuro”
Zingaretti ha poi voluto rispondere alle polemiche dell’attuale opposizione che chiedeva le elezioni: il nuovo governo non è un tradimento del voto popolare, nasce tra quelli che sono stati il primo e il secondo partito alle ultime elezioni.
Poi un riferimento ai contrasti interni in merito all’alleanza con i 5 Stelle: “Finalmente nel Pd si è affermato il primato del noi ed è stata sconfitta l’ossessione dell’io”.
Il segretario ha poi anticipato i punti futuri per i quali combattere il Pd, anche al governo: la famiglia è dove c’è amore, niente flat tax, abbassare le tasse ma in modo equo, in particolare ai redditi più bassi, sviluppo sostenibile sia da un punto di vista ambientale, sia da un punto di vista sociale.