In Commissione Ambiente dell’Assemblea legislativa regionale la capogruppo di Europa Verde, Silvia Zamboni, ha presentato un’interrogazione alla Giunta per chiedere chiarimenti sulle casse di espansione già in funzione in Emilia-Romagna, su quelle effettivamente utilizzate nei giorni dell’alluvione, e su quelle da realizzare ex novo o da completare, tra cui quelle del fiume Senio.
Fin dagli anni ‘90 la Regione Emilia-Romagna considera le casse di espansione un’opera fondamentale per mettere in sicurezza i territori, sottolinea la consigliera nell’interrogazione, e le cronache degli ultimi anni e di questi giorni confermano come il costo della prevenzione sia enormemente inferiore rispetto a quello per riparare i danni di un’alluvione.
“Con questa interrogazione ho ritenuto utile fare chiarezza in merito alle casse di espansione presenti in Emilia-Romagna – dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – sia quelle già operative, sia quelle programmate da realizzare ex novo o da completare, poiché eventi estremi come quelli recenti sono destinati a ripetersi con sempre maggiore frequenza a causa dell’accelerazione dell’emergenza climatica in atto, e quindi occorre dotare i territori di queste infrastrutture idrauliche che scolmano l’ondata di piena dei corsi d’acqua.Questo a conferma del fatto che i Verdi non sono affatto contrari a realizzare questo tipo di interventi.Già il 20 ottobre 2021, l’assessora all’ambiente Irene Priolo, rispondendo a una mia interrogazione sulcompletamento delle casse di espansione del Senio e sulla piena operatività dell’opera, aveva annunciato una tempistica di 15 mesi per approvare il progetto esecutivo e altri 6 mesi per eseguire la gara per la realizzazione dell’opera. Alla luce delle numerose esondazioni avvenute in Romagna, ho chiesto alla Giuntaa che punto sia lostato di avanzamento dei lavori per il completamento.Infine,ho chiesto se, nella progettazione risalente agli anni ’90 delle opere previste ancora da realizzare o da completare e di quelle da programmare ex novo, si terrà conto – come evidenziato dal Professor Armando Brathdell’Università di Bologna – dell’odierno quadro di riferimento meteo e dei dati pluviometrici molto diversi rispetto ad allora a seguito dell’accelerazione dei cambiamenti climatici.
Dalla dettagliata risposta a ricevuta dalla Vice Presidente Irene Priolo ho preso atto che le casse di espansione presenti in Emilia-Romagna sono 37, delle quali 23 di grandi dimensioni (di cui 14 già in esercizio) e 9 in corso di realizzazione. In Romagna hanno generato un significativo effetto di laminazione, pur avendo invasato solo 2,5 milioni di metri cubi d’acqua sui 4 piovuti sui territori, una quantità d’acqua che non trova riscontro nelle statistiche. In merito alla mia richiesta se sia da aggiornare il programma delle casse di espansione/laminazione progettato negli anni ’90, la Vice Presidente ha comunicato che sarà compito della Commissione Tecnico Scientifica, deliberata dalla Giunta a metà giugno per affrontare la fase di ricostruzione, valutare questo aspetto, per cui attendiamo con interesse questo pronunciamento.
Nel proseguimento della discussione in commissione, sempre in tema di post-alluvione ho espresso la preoccupazione che il Generale Figliuolo sia un commissario senza portafoglio poiché ancora non si sa niente dei fondi stanziati, a fronte dei primi e unici 200 milioni contro i quasi 2 miliardi di interventi per l’emergenza immediata stimati dalla Regione.
Queste e altre criticità legate al dopo alluvione saranno approfondite nell’incontro pubblico che ho organizzato come Gruppo Consiliare di Europa Verde per venerdì 30 giugno (programma in allegato): sarà l’occasione per dare un contributo di idee ed esperienze per programmare la ricostruzione in chiave di sostenibilità e resilienza dei territori, in modo da accrescere la consapevolezza di cittadini, imprese e amministratori pubblici sui temi dell’ambiente e dell’emergenza climatica” – conclude la consigliera Zamboni.