Silvia Zamboni (Europa verde) porta in Regione l’ipotesi di ampliamento della cava di Monte Tondo nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, luogo candidato per i fenomeni carsici a patrimonio mondiale Unesco. “La candidatura rischia di essere fortemente compromessa qualora questo territorio di straordinario pregio naturalistico non venga salvaguardato appropriatamente (negando l’autorizzazione a proseguire l’attività estrattiva)”, spiega Zamboni nel suo question time, e chiede quindi alla Giunta a che punto sia lo studio finanziato dalla Regione per valutare l’impatto dell’eventuale ampliamento dell’attività estrattiva nella cava.
L’anno scorso, infatti, la multinazionale che gestisce il sito ha presentato richiesta di espansione dell’area, suscitando la preoccupazione della Federazione speleologica regionale con Legambiente, WWF, Italia Nostra e Cai, per le conseguenze in ambito paesaggistico.
“È in corso un’azione di verifica sul proseguimento o meno dell’attività estrattiva, che vede coinvolti in un tavolo di lavoro la Regione, la Provincia di Ravenna, Arpae, l’Unione Romagna faentina e il Parco regionale”, sottolinea l’assessora Irene Priolo. “Siamo alla prima fase e sono stati raccolti tutti i contributi, anche quello della Federazione speleologica regionale, a luglio avremo maggiori elementi”. Per quanto riguarda la candidatura Unesco, Priolo spiega che nel 2020 è stato preparato il dossier completo, che ora è in fase di revisione finale per la sottoposizione al ministero: “Come per altre candidature, siamo in attesa”.