Un campione di sport e umanità. L’allenatore Alberto Zaccheroni, alla prima uscita ufficiale dopo l’incidente domestico che lo ha tenuto lontano dal pubblico, ha accettato l’invito del Milan Club Faenza “Carlo Sangiorgi” per il 39esimo anniversario dalla prima fondazione, nel 1984.
“Zac”, accompagnato da Doriano Tamburini storico vice agli inizi di carriera al Baracca Lugo, ha intrattenuto a lungo i soci e gli appassionati sportivi rossoneri rispondendo alle domande nell’intervista condotta dal presidente del sodalizio,Giuseppe Sangiorgi e dei numerosi tifosi rossoneri giunti anche da Modena. A salutarlo anche due ex grandi calciatori faentini, Floriano Lasi e Orlando Santarelli. È stata una serata conviviale piacevolissima e piena di contenuti.
Il nome di Alberto Zaccheroni è legato al Milan per la vittoria del campionato nella stagione 1998-99. Lo scudetto, nell’anno del centenario della società milanese, fu conquistato con una fantastica rimonta che portò il Milan a superare la Lazio, con sette vittorie nelle ultime sette giornate.
Un successo straordinario che andò oltre i pronostici visto che il Milan era reduce da un undicesimo e un decimo posto in campionato nonostante i ritorni in panchina di due mister vincenti come Sacchi e Capello. Il tecnico di Cesenatico ha raccontato come l’a.d. milanista Adriano Galliani lo contattò a fine maggio 1998, a conclusione dell’annata in cui aveva portato l’Udinese a un insperato terzo posto finale.
Così oggi, ha spiegato Zac “la prima squadra di cui mi informo per sapere il risultato e che guardo è il Milan e subito dopo l’Udinese, due società a cui sono rimasto molto legato”.
Zaccheroni, dichiarato affetto soprattutto per il Milan, ha ricordato come maturò quel successo, da nessuno pronosticato. Determinante fu la disponibilità dei giocatori ad adattarsi a un nuovo schema di gioco, il 3-4-3, che è stato il “segno di Zac” che è stato poi seguito da diversi colleghi.
“La vecchia guardia composta da Maldini, Albertini e Costacurta accettò il cambio di modulo, mettendosi in discussione, e trainando tutto il gruppo composto da giocatori di notevoli capacità tecniche che seppero esprimere con professionalità e cuore”.
Inevitabili le domande sul Milan di oggi. “Stefano Pioli ha fatto un grande lavoro portando a uno scudetto inaspettato un anno e mezzo fa. Ora sta gestendo una sfida difficile con il cambio di giocatori e di sistema che vuole essere più imprevedibile e meno leggibile dagli avversari”.
Confessato il rammarico per non avere avuto la possibilità di guidare dall’inizio e di dare una impronta personale profonda, ma solo subentrando a stagione iniziata Inter, Lazio, Torino, Juventus, Zaccheroni ha raccontato anche le esperienze di Venezia (promosso in serie B), , Cosenza (salvezza in B nonostante nove punti di penalizzazione), gli anni fantastici all’Udinese (portata a uno storico terzo posto in A). “Una favola” fu la guida per quattro anni della nazionale del Giappone con cui conquistò la Coppa d’Asia. Un trionfo che gli valse l’onore di essere ricevuto dall’imperatore Akihito. “Ho un ricordo bellissimo del Giappone, per la eccezionale educazione e gentilezza di quel popolo”. Non furono pochi i nipponici che diedero nome Zac ai propri figli nati dopo quella vittoria del “kantouko”, il commissario tecnico.
Zaccheroni ha salutato il pubblico spendendo parole di stima per Luciano Spalletti “oggi è il miglior allenatore italiano” ed esprimendo fiducia per il futuro della nazionale azzurra.