Celebra quindici anni di attività Lugocontemporanea, il Festival di Musica in dialogo con le altre forme espressive che si svolge ogni estate nel centro storico di Lugo di Romagna (RA).
Sempre per direzione artistica di John De Leo, Franco Ranieri e Monia Mosconi, la rassegna multidisciplinare quest’anno si svolgerà nei giorni 25, 26, 27 luglio.
Lugocontemporanea è oramai nell’immaginario culturale nazionale ed è attesa con interesse e curiosità sia dal pubblico sia dalla critica specializzata; l’omonima Associazione organizzatrice è stata recentemente premiata con il riconoscimento di UNESCO: «[…] per l’impegno attivo sul territorio dimostrato con il festival Lugocontemporanea che dal 2005 offre alla cittadinanza occasioni importanti di fruizione culturale».
Come ogni anno Lugocontemporanea suggerisce agli artisti invitati un tema, uno stimolo creativo da cui trarre ispirazione e da interpretare liberamente; il tema di 15.Lugocontempornaea.19 é “Pinocchio for president”.
Pinocchio è una maschera del teatro e della letteratura italiana entrata nell’immaginario collettivo diventando un vero e proprio archetipo.
Tra le innate e non del tutto esemplificabili necessità dell’Uomo di raccontare favole (nonché di credervi), la storia di Pinocchio entra nella memoria popolare -poi in quella colta- assumendo una serie di valenze e implicazioni complesse. Pinocchio è un simbolo, una carta da aggiungere a moderni tarocchi, uno dei moltiplicatori delle chiavi di lettura della realtà.
Come tutti i simboli, le direzioni che offre questa carta sono davvero molte, letture terrene altre più auliche, o esoteriche se si pensa alla storia della magia e della palingenesi raccontata da Collodi.
Non faremo qui una analisi esaustiva dei possibili svolgimenti filosofici o psicologici contenuti ne Le Avventure di Pinocchio (e dei suoi personaggi) ma crediamo che esplorarne alcuni attraverso l’Arte e la rappresentazione possa essere ancora uno stimolante esercizio di fantasia, di intelligenza e di attualità.
Perché parlare oggi di Pinocchio al di là di anniversari o di una qualche ricorrenza collodiana?
Forse proprio perché non viene sufficientemente ricordato, nonostante la vita e la cronache quotidiane offrano purtroppo continue connessioni e analogie a detto archetipo.
Forse perché -senza volere troppo banalizzare il concetto- fake news e altre sciocchezze del nostro presente passano quasi in sordina.
Al di là di moralismi -di cui Pinocchio ne è comunque pieno- una crescente parte della società occidentale contemporanea si è quasi abituata all’idea che in fondo “siamo tutti un po’ Pinocchio”, che dire bugie non sia grave, abituandoci dunque al fatto che le bugie se reiterate storicizzano e diventano verità.
Senza troppi giri di parole guardando poi agli esponenti delle politiche mondiali non è molto difficile immaginarli con il naso lungo. Così come è sempre più facile trovare tante teste di legno. Pensiamo siano diventati troppi i burattinai che tengono i fili delle nostre sorti, confinandoci a marionette funzionali all’economia.
La tentazione, la povertà, l’edonismo. Un altro fattore di modernità in Pinocchio sta anche nell’emancipazione attraverso la bontà. Nella favola il tratto di questo riscatto è individuale; sebbene vi sia senz’altro una necessità di riscatto individuale, noi dell’Associazione Lugocontemporanea continuiamo a credere sia più utile quello sociale e collettivo. Ma in generale il tempo che stiamo vivendo non sembra dare conforto a questa tesi.
Nel manifesto di Lugocontemporanea, la bellissima illustrazione di Andrea Serio sembra presentarci un uomo di potere, chiamiamolo così, con il naso lungo e il volto chino in senso di vergogna. Anche il sentimento della vergogna sembra dimenticato dai più. Indubbiamente non basterà l’impegno degli artisti invitati per risolvere i temi suggeriti in Pinocchio -ci vorrebbe davvero la bacchetta magica della fata turchina- ma la responsabilità di tenerli in circolo ancora da senso al nostro operato.