Il disegno di legge Pillon è un passo indietro di anni nella lotta per l’uguaglianza di genere, contro la discriminazione e priva le vittime di violenza domestica di importanti protezioni”. Così l’Onu descrive la riforma dell’affido condiviso all’esame della commissione Giustizia del Senato. “Il disegno di legge Pillon mette a rischio le donne vittime di maltrattamenti e violenze e i loro figli” rincarano i centri antiviolenza e le associazioni impegnate nell’assistenza alle donne che il 10 novembre scenderanno in campo per manifestare contro la proposta del senatore della Lega Simone Pillon. Diversi i rischi e le derive descritte dalle associazioni: le donne, che si vogliono separare da mariti violenti, vedrebbero aumentare enormemente le spese a loro carico, al punto che la separazione non sarebbe economicamente sostenibile; le case protette dove trovano rifugio le donne che subiscono violenza non sarebbero più segrete; i figli di un genitore violento verrebbero costretti paradossalmente a frequentare se non addirittura a vivere esclusivamente con il genitore violento.
9734 le donne che negli ultimi 20 anni hanno subito violenze dai loro compagni in provincia di Ravenna. 414 le donne che sono state costrette a scappare da casa e trovare riparo nelle case rifugio, con loro 418 figli. Modifiche che però avranno conseguenze più grandi, oltre la sfera delle relazioni patologiche. Anche i procedimenti per i normali divorzi e le normali separazioni diverrebbero infatti molto più difficili e onerosi