“Alessandro Vitali, dirigente comunale de Il Popolo della Famiglia a Faenza, entra nel merito del tema suicidio assistito: “È balzata alle cronache la notizia di una donna di Trieste che, malata di sclerosi multipla progressiva, ha avuto accesso al suicidio assistito tramite il consenso della magistratura e del sistema sanitario nazionale.
Questa triste e dolorosa circostanza non può non farci spostare l’attenzione sul piano regionale e cittadino.
È infatti di qualche mese fa, in consiglio comunale a Faenza, l’approvazione a maggioranza di un ordine del giorno dal titolo “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”.
Un tema su cui come Popolo della Famiglia ci siamo subito ed a gran voce esposti in netto contrasto a questa scellerata cultura della morte.
Dal punto di vista regionale chiediamo al Presidente Bonaccini di non cedere al suicidio assistito come i suoi colleghi Zaia e Fedriga, che sostengono la mattanza dei disabili e di chi soffre, denominata suicidio assistito per dare una valenza a qualcosa che è solo sconcerto allo stato puro.
La sentenza della Corte Costituzionale sul caso dj Fabo che stabiliva i famosi “quattro paletti” per legittimare il suicidio assistito, uno dei quali era la necessità che il disabile dipendesse da una macchina per sopravvivere, è stata stuprata. La nota associazione ha fatto passare la CPAP come ‘dipendenza meccanica’. La CPAP è un piccolo supporto ventilatorio contro le apnee notturne consigliato a milioni di persone. Così ora una disabile di 58 anni non c’è più e lo Stato con un suo medico del Friuli Venezia Giulia a trazione leghista ha preparato l’intruglio mortale per eliminarla.
Nel comunicato l’associazione riporta anche le ultime parole della disabile suicida, che ovviamente ringrazia l’associazione stessa per essere stata aiutata a togliersi di mezzo.
Come Popolo della Famiglia non è di certo questo il mondo ed il modo di ragionare che vogliamo consegnare ai nostri figli”.
Alessandro Vitali, dirigente comunale de Il Popolo della Famiglia a Faenza, entra nel merito del tema suicidio assistito: “È balzata alle cronache la notizia di una donna di Trieste che, malata di sclerosi multipla progressiva, ha avuto accesso al suicidio assistito tramite il consenso della magistratura e del sistema sanitario nazionale.
Questa triste e dolorosa circostanza non può non farci spostare l’attenzione sul piano regionale e cittadino.
È infatti di qualche mese fa, in consiglio comunale a Faenza, l’approvazione a maggioranza di un ordine del giorno dal titolo “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”.
Un tema su cui come Popolo della Famiglia ci siamo subito ed a gran voce esposti in netto contrasto a questa scellerata cultura della morte.
Dal punto di vista regionale chiediamo al Presidente Bonaccini di non cedere al suicidio assistito come i suoi colleghi Zaia e Fedriga, che sostengono la mattanza dei disabili e di chi soffre, denominata suicidio assistito per dare una valenza a qualcosa che è solo sconcerto allo stato puro.
La sentenza della Corte Costituzionale sul caso dj Fabo che stabiliva i famosi “quattro paletti” per legittimare il suicidio assistito, uno dei quali era la necessità che il disabile dipendesse da una macchina per sopravvivere, è stata stuprata. La nota associazione ha fatto passare la CPAP come ‘dipendenza meccanica’. La CPAP è un piccolo supporto ventilatorio contro le apnee notturne consigliato a milioni di persone. Così ora una disabile di 58 anni non c’è più e lo Stato con un suo medico del Friuli Venezia Giulia a trazione leghista ha preparato l’intruglio mortale per eliminarla.
Nel comunicato l’associazione riporta anche le ultime parole della disabile suicida, che ovviamente ringrazia l’associazione stessa per essere stata aiutata a togliersi di mezzo.
Come Popolo della Famiglia non è di certo questo il mondo ed il modo di ragionare che vogliamo consegnare ai nostri figli”.”