Ieri sera la trasmissione Le Iene ha diffuso un servizio che svela un retroscena di quanto è accaduto a San Marco di Ravenna, durante un’azione di protesta realizzata nei giorni scorsi dall’organizzazione Essere Animali di fronte all’allevamento di visoni.
L’obiettivo della manifestazione degli animalisti era chiedere alle istituzioni la chiusura urgente degli ultimi 9 allevamenti di animali da pelliccia ancora attivi in Italia, “per le gravi sofferenze a cui sono sottoposti gli animali e per il rischio di diffusione di coronavirus, dopo i casi di visoni infetti rilevati in diversi Paesi nel mondo, tra cui l’Italia.”
Durante l’azione, un’attivista di Essere Animali è stata colpita con un bastone e insultata da un operatore dell’allevamento che non indossava nessun dispositivo di protezione individuale, come mascherina, guanti e camice.
“A parte lo spavento per i nostri attivisti, le violazioni dell’operatore alle norme di biosicurezza anti COVID-19 sono gravissime. Diversi studi stabiliscono che sono gli allevatori malati a contagiare i visoni e in Olanda e Danimarca sono stati già documentati oltre centinaia di casi di successivi salti di specie inverso, dal visone all’essere umano. Inoltre, secondo una nuova analisi scientifica, sette Paesi segnalano infezioni da coronavirus in esseri umani con mutazioni legate al visone, in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe. Mutazioni che potrebbero anche ostacolare la ricerca di un vaccino, rendendo l’allevamento di animali da pelliccia un problema sanitario di natura mondiale”, dichiara Brenda Ferretti, outreach manager di Essere Animali. “Il rispetto delle norme di sicurezza negli allevamenti di visoni è quindi fondamentale per preservare la salute di tutta la nostra comunità, anche in un allevamento come quello a San Marco di Ravenna, nonostante le condizioni dei 1000 visoni rinchiusi siano state monitorate dai carabinieri del Nas e dai servizi veterinari dell’Azienda Usl Romagna, i quali non hanno riscontrato sintomi clinici riferibili a infezioni.”
L’organizzazione rinnova l’appello urgente al Governo per chiedere con una legge che vieti la produzione di pellicce e imponga la chiusura di tutti gli allevamenti italiani di visoni, obiettivo della campagna Visoni Liberi e fa sapere di aver scritto anche a Regioni e Comuni interessati dalla presenza di questi allevamenti per chiedere di emanare ordinanze locali per sospendere l’attività delle strutture presenti sul loro territorio.
“L’Assessore alle Politiche per la Salute dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, ha espresso a parole il proprio consenso, ma le Regioni possono chiudere gli allevamenti per motivi legati a esigenze di tutela della salute pubblica. È necessario quindi passare dalle parole ai fatti, anche per lanciare un segnale al Governo che intervenga con un divieto nazionale. Come abbiamo più volte documentato con le nostre indagini, gli allevamenti di visoni sottopongono gli animali a privazioni che causano gravi sofferenze, ferite, comportamenti stereotipati e autolesionistici e presentano condizioni che inevitabilmente favoriscono l’eventuale diffusione di un virus”, conclude Brenda Ferretti.