Una buona notizia, alla fine di un anno doloroso per la furia di un virus implacabile, è la certezza che l’ossario cimiteriale di Ravenna, chiuso ai visitatori da un anno e mezzo, sarà restituito alla città entro il 2021, prevedibilmente nel primo semestre, rimesso totalmente a nuovo dopo il degrado in cui era precipitato.
Costruito intorno al 1817 all’ingresso di via Baiona, è un monumento pregevole, che ricalca perfettamente le linee architettoniche e armoniche, ispirate alle Certose dell’epoca risorgimentale, del cimitero monumentale, situato all’ingresso opposto, sul lato del canale Candiano. Il regolamento italiano di polizia mortuaria dispone che ogni cimitero debba avere una di queste strutture, destinata generalmente a raccogliere le ossa provenienti dalle sepolture in terra non richieste dai familiari. Quasi sempre ospita defunti che non hanno più nessuno al mondo, ultimi degli ultimi, o che finiscono in ossario senza che, al termine del diritto di sepoltura in terra, i familiari ne abbiano avuta notizia, o comunque involontariamente. Il suo valore è anche altamente simbolico. Se è vero infatti che Tullio Ginanni Corradini, primo sindaco radical-progressista di Ravenna, in carica a fine ottocento, volendo per sé un’umile sepoltura in terra, fece scrivere sulla sua lapide: “Tutti gli uomini sono uguali, anzitutto di fronte alla morte ”, allora la sepoltura collettiva in ossario comune è la più uguale di tutte, oltreché la più democratica.
Il successivo 14 ottobre, Lista per Ravenna chiese allora spiegazioni all’Unità Operativa del Comune addetta agli Edifici Vincolati, ottenendo questa risposta: “L’impraticabilità dell’ossario è dovuta alla labenza della copertura e del solaio dove si è rilevato un esteso ammaloramento con ferri scoperti nell’intradosso che ne ha reso necessario il transennamento a tutela dell’incolumità degli utenti”. Dunque a rischio di crollo.
Di qui, il 25 ottobre 2019, una nuova interrogazione di Lista per Ravenna al sindaco, che chiedeva, essendo in formazione il bilancio triennale comunale 2020-2022, che il ripristino dell’ossario fosse inserito tra gli investimenti da effettuare con urgenza, dovendo allo scopo esserne necessariamente prodotto entro l’anno il progetto di fattibilità tecnica economica. Così è infatti avvenuto. Avendo in seguito caldeggiato ripetutamente il completamento della progettazione e il finanziamento dell’opera, anche questo si è infine avverato con l’approvazione del progetto definitivo esecutivo, impegnandone la realizzazione per un importo di 300 mila euro. Ciò significa via libera alla gara di appalto e conseguente effettuazione dei lavori senza alcun ulteriore impedimento che non sia strettamente tecnico.
L’ossario, risultato ad esami ed analisi approfondite in pessime condizioni strutturali e manutentive, sarà completamente rinnovato, con la demolizione della copertura e la realizzazione, pur mantenendone l’aspetto originario, di una nuova a due capriate, il consolidamento della cupola, la demolizione e ricostruzione del pavimento al piano rialzato che funge anche da copertura dei locali seminterrati, il restauro totale delle murature e degli elementi di cemento pesantemente ammalorati e deteriorati, il restauro anche di tre sculture di marmo bianco, ecc. Lista per Ravenna ne è soddisfatta.