Anche la commissione Cultura, scuola, formazione ha dato il parere favorevole al piano regionale di attuazione del Programma nazionale per la Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol)”. Il corposo programma è stato presentato dall’assessorato allo Sviluppo economico. La presidente della commissione ha affermato che “c’è una presa di responsabilità comune e di coinvolgimento della commissione e di sollecitazione della commissione Politiche economiche per una sinergia, si intersecano, infatti, segmenti importanti di entrambe le commissioni. La sfida di Gol sarà fondamentale se ci sarà un reale coinvolgimento dei territori e della prossimità”.
In sintesi, il complesso programma riguarda la destinazione finanziaria del Pnrr, per l’Emilia-Romagna 55,7 milioni di euro, e il quadro delle politiche finanziate con il Fse plus (24,6 milioni), per un totale di 80,4 milioni di euro. L’obiettivo è quello di raggiungere 38.040 beneficiari (10mila dei quali indirizzati alla formazione e di questi oltre 3mila destinati alle competenze digitali) entro il 2022. Gol è rivolto a persone fragili sul mercato del lavoro: disoccupati, lavoratori fragili e vulnerabili, Neet, donne in condizioni di svantaggio, persone con disabilità, lavoratori over 55, lavoratori autonomi che cessano l’attività e lavoratori con redditi molto bassi. I fondi serviranno per attività di reinserimento, upskilling, reskilling e ricollocazione collettiva. Tutto passerà attraverso i 38 centri per l’impiego della nostra regione.
Gli obiettivi strategici sono: centralità dei ivelli essenziali delle prestazioni, prossimità dei servizi (centri per l’impiego), integrazioni tra prestazioni lavoro e politiche di formazione (corsi per disoccupati), cooperazione tra pubblico e privato (garantendo a tutti le stese opportunità), coinvolgimento delle imprese e del territorio. Si rafforzeranno le capacità analitiche per conoscere i sistemi locali del lavoro e prevedere i nuovi fabbisogni richiesti. Con Gol si mettono a sistema le iniziative della Regione, ma importante è garantire l’universalità a l’accesso alle politiche attive del lavoro. Oggi in regione ci sono 135mila naspi (di cui 80mila donne), 43mila persone con reddito di cittadinanza, 44mila disoccupati di lunga durata, neet e poi persone sospese (stimate 30mila in cassa integrazione). “Una platea di oltre 200mila persone che potrà usare Gol”. Sarà stretta la relazione con gli enti privati accreditati alle politiche attive del lavoro e alla formazione e le imprese. Chi ha un sostegno al reddito deve partecipare al programma, altrimenti verrà decurtato loro l’assegno.
Secondo Forza Italia i progetti possono diventare realtà e con le risorse “possiamo fare politiche attive serie. Le scadenze sono stringenti. Si può fare Gol insieme. Bene il rapporto pubblico privato e il coinvolgimento di imprese e territori. Occorre stipulare patti territoriali per dare formazione. Serve il monitoraggio e chiediamo di essere messi a conoscenza dei dati. Per le imprese vanno create professionalità subito spendibili sul mercato del lavoro, sostenere anche gli imprenditori”.
La Lega ha sottolineato come la proposta avanzata in un ordine del giorno – su coprogettazione e analisi del fabbisogno di prossimità – sia stata ritenuta un valore fondante e inserita nella proposta della giunta. “Ma come si attuerà la coprogettazione? Solo con i patti territoriali? Credo si debba andare oltre le reti fra soggetti. Va poi approfondito l’osservatorio sul mercato del lavoro e sui dati usati per il monitoraggio”. Per il Carroccio, però, non si vedono misure per riadeguare i salari e i lavoratori poveri in espansione. Bene le abilità digitali, ma mancano panettieri, operai, calzolai, elettricisti ecc. Nel lavoro manuale, la formazione continua è importante. Restiamo comunque non convinti del documento, perché c’è molta precarizzazione del lavoro”.
Il Partito democratico ha sottolineato che “Gol è opportunità e sfida. Ci sono numeri importanti. Per la prima volta, le politiche attive e la formazione rientrano nel concetto di livello essenziale di prestazione, cioè un livello di welfare. Mettiamo a sistema azioni già esistenti e garantiamo la parità di accesso al mondo del lavoro, grazie alla capillarità dei centri per l’impiego. Importante, poi, che chi percepisce la Naspi o il reddito di cittadinanza deve agire. Prevedere un tutor che accompagna i lavoratori non è poco, significa dare una garanzia alle imprese”.
Il piano è importante anche per la lista Bonaccini. “Nel 2020 si è fermata la crescita economica, per la pandemia, ripresa nel 2021 con il Pil a +6,5%. Ora anche a causa della guerra, l’effetto sociale rendono indispensabile Gol, che metta al centro la fragilità (donne, over 55, disabili) del mercato del lavoro. Dobbiamo fornire opportunità vere. Dobbiamo fare di tutto per raggiungere i 38mila previsti, è una sfida cruciale. Essenziale, poi, è il coordinamento tra agenzia del lavoro, centri per l’impiego e formazione. La formazione digitale è un asse importante da dare ai giovani, coinvolgendo scuole, fondazioni e enti di formazione”.
L’assessore ha sostenuto che “il documento è aperto: lo vogliamo discutere e abbiamo bisogno di farlo insieme. Questa riforma si fa se si è collegati ai sistemi territoriali. Siamo l’unica regione a portarlo in Assemblea legislativa”. Due gli atti fondamentali, secondo il titolare del Lavoro: “Il rafforzamento dei centri per l’impiego e il sistema integrato pubblico e privato. Poi c’è il riordino dei centri accreditati per la formazione (che – altra novità – è personalizzata), anche con un’operazione di qualità e investimento per avere strutture idonee. In Italia si è parlato sempre poco di politiche attive”. L’assessore ha poi ricordato le grandi risorse a disposizione, tra cui i soldi del Fondo sociale europeo.