Con il Defr viene confermato un piano degli investimenti rilevante che, nell’arco di appena due anni, ha raggiungo i 18 miliardi di euro. L’obiettivo è proseguire il percorso di crescita e sviluppo sostenibile degli ultimi anni. Crescono, in particolare, gli investimenti per le infrastrutture (+1.477 milioni di euro), per il trasporto pubblico e ferroviario (oltre 660 milioni di euro), per l’ambiente (+536), a favore delle imprese (+497), per le politiche abitative (+404), per la sanità (+282), per l’edilizia scolastica e universitaria (+281). Un piano ulteriormente rafforzato dai finanziamenti del Pnrr che stanno ricadendo sul territorio regionale, ad oggi per oltre 4 miliardi di euro, oltre alle risorse europee.
Nel corso del dibattito su alcuni ordini del giorno proposti dal centrodestra c’è stato un serrato botta e risposta tra la Lega e la maggioranza di centrosinistra. In particolare la Lega ha stigmatizzato l’aggiunta a penna, in un odg, di un impegno a proseguire gli sforzi per riaprire i punti nascita in montagna, facendo notare che pochi giorni prima, un ordine del giorno analogo era stato bocciato: “Fa rabbrividire, è uno scempio. Il voto contrario aveva provocato l’indignazione dei territori e delle donne. Tanto che un consigliere di ER Coraggiosa aveva ritirato la firma. Non è questo il modo di affrontare il problema. E il presidente della commissione sanità, che è un esponente del Pd, è d’accordo nel tollerare un’aggiunta a penna su un documento così importante?”. Il Carroccio ha poi sottolineato: “Siamo consapevoli che la riapertura dei punti nascita è legata alla dotazione sanitaria e di personale. Non possiamo depotenziare anche i reparti collegati ai punti nascita”. Infine: “Ci aspettiamo che l’impegno per la riapertura dei punti nascita in Appennino venga mantenuto”.
Emilia-Romagna Coraggiosa ha parlato di un errore materiale, “chiedendo di aggiungere la firma alla risoluzione. La Regione ha presentato un progetto al ministero della Salute per la riapertura dei punti nascita. I ritardi del Ministero, che ci sono, sono dovuti anche a due anni di pandemia. Aspettiamo la risposta. Va invertito il trend che ha portato alla chiusura dei punti nascita, ma questo va condiviso insieme”.
Il Partito democratico ha sottolineato che “la spesa sanitaria non deve calare, il fondo nazionale deve essere agganciato al Pil reale. “I 20 miliardi della Ue sono stati investiti in sanità – case di comunità e ospedali di comunità – e sono importanti. E con 530 milioni, la Regione ha individuato i luoghi dove queste strutture sorgeranno. Il governo, però, ci riconosca le spese sostenute per il Covid. Qui c’è un quarto delle case della salute esistenti in Italia. La salute di donne e bambini non va strumentalizzata”.
Europa Verde ha ribadito che “il tema dei punti nascita non riguarda solo le località in Appennino ma anche città come ad esempio Lugo di Romagna. Occorre un dialogo con il ministro della Sanità perché l’Emilia-Romagna continui ad avere l’eccellenza sanitaria che l’ha sempre distinta”.