Intanto arriva il sostegno concreto della politica e delle istituzioni: la Romagna Faentina e il Comune di Brisighella chiedono alla Regione “di ‘girare’ i fondi non spesi del PSR ai produttori danneggiati”
La lotta alla cimice asiatica prosegue su più fronti. Se dal punto di vista politico-istituzionale Coldiretti Ravenna registra con piacere una solidarietà totale, concreta e priva di colori politici da parte delle forze politiche e delle istituzioni locali – nelle ultime ore infatti, dopo quello dell’Unione della Bassa Romagna, anche il Consiglio della Romagna Faentina e quello del Comune di Brisighella hanno approvato un ordine del giorno a sostegno dei produttori (atto di supporto politico atteso a brevissimo anche da parte dei consessi di Russi e Ravenna), dal lato della ricerca è giunta in queste ore la conferma dell’attivazione della procedura di allevamento della vespa samurai.
L’immissione in campo dell’antagonista naturale dell’insetto asiatico è prevista in primavera. “Finalmente c’è una buona notizia – spiega il Direttore Coldiretti Ravenna Assuero Zampini – le procedure di lancio si sono semplificate dato che la vespa è già stata individuata in libertà nel territorio di Modena dove si è insediata autonomamente e pertanto non è più soggetta alla classificazione di insetto alieno che ne rallentava l’iter burocratico e in particolare la concessione del via libera da parte del ministero dell’Ambiente e della Salute”.
“La politica locale nel frattempo continua a dimostrare grande sensibilità schierandosi al fianco degli agricoltori e di un comparto, quello frutticolo, che senza il sostegno delle istituzioni – locali e nazionali – rischia davvero il tracollo, con tutte le ricadute occupazionali e sociali del caso” commenta Coldiretti.
“Apprezziamo quanto stanno facendo i Comuni del Ravennate approvando l’adesione al documento elaborato dal Tavolo Verde al fine di contrastare l’emergenza cimice – afferma il Presidente Nicola Dalmonte – è importante, infatti, che gli enti locali sollecitino la Regione a tutelare il più possibile il settore con azioni incisive, a partire, ad esempio, dall’utilizzo dei fondi Psr sinora non spesi per risarcire i produttori danneggiati”.