Che il 2022 segnasse la fine della pacchia derivante dai soldi incassati dal Comune di Ravenna per l’IMU delle piattaforme era cosa nota. E sembrerebbe proprio questa la ragione per la quale il sindaco de Pascale, a differenza ad esempio del suo omologo riminese anch’esso eletto lo scorso ottobre, non abbia ancora presentato e fatto approvare dal Consiglio Comunale il bilancio 2022.
Una cosa non di poco conto se si considera che senza tale approvazione il nostro Comune cade nell’”esercizio provvisorio”.
Una fase che vieta di avviare nuovi appalti (fatte alcune eccezioni) relativi ad investimenti già previsti.

Per fare un esempio pratico: se il
Comune avesse ora intenzione di affidare i lavori per il rifacimento di una strada o la bonifica delle radici ecc. non potrebbe farlo, facendo così slittare nuovamente di interventi attesi da anni.

Una situazione che ha origini ancor più preoccupanti poiché il ritardo del bilancio é dovuto alla difficile mediazione dei tagli da apportare all’interno del bilancio stesso.
Da anni esortiamo il sindaco, proprio in previsione della situazione che si sta attuando oggi, a ridurre le spese “inutili”
del Comune così come la spesa corrente che oggi pesa nelle tasche di noi ravennati per la stratosferica cifra di 205 Milioni di Euro.
Ora de Pascale, avendo sperperato le risorse economiche del Comune, si trova costretto a tagliare 18 Milioni di Euro.
Ma per farlo anziché sforbiciare gli sprechi, ha colpito, ahi noi, capitoli di spesa delicati del bilancio comunale.
Senza tenere conto del “caro bollette” che peserà anche nelle casse comunali.
La spesa del nostro Comune é aumentata di oltre 40 Milioni di euro (da 160 Milioni ai succitati 205 Milioni) durante il primo mandato di de Pascale.
E il perché é presto detto: le risorse comunali (leggasi soldi di noi cittadini), sono stati utilizzati da de Pascale per avviare progetti (nessuno dei quali concluso) utili alle sua rielezione a sindaco.
Non pago, il neo rieletto sindaco di Ravenna, durante la campagna elettorale appena conclusasi, ha elargito promesse a destra e manca pur di razzolare consensi, ben sapendo di non avere la copertura delle risorse comunali.
A farne le spese per primi saranno i ravennati più bisognosi, poiché i tagli più importanti operati da de Pascale riguardano proprio i servizi
sociali.
3 Milioni di euro di taglio per l’assistenza domiciliare ad anziani e fragili, per l’educazione dei minori e l’assistenza economica: vale a dire meno servizi e meno aiuti a chi ha più bisogno.
1 Milione di euro di taglio alla cultura. Ci auguriamo che quanto meno il Milione venga prelevato dal faraonico contributo comunale alla Fondazione Ravennantica.
A nostro avviso, de Pascale opererà solo una parte dei tagli (tra i quali appunto quelli sopra citati) e conterà di reperire le risorse necessarie dalle multe per infrazioni stradali e da altre entrate straordinarie ancora da scoprire.
Insomma, il sindaco tenterà di rimettere in equilibrio io bilancio del Comune provato da anni di sperpero, pescando pesantemente dalle tasche dei ravennati e togliendo aiuti ai bisognosi.
In questo quadro così infelice, spicca l’aumento dei compensi di Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio comunale. Una flotta di amministratori tutti marchiato PD e affini.
Ricordiamo allora al sindaco de Pascale che esiste la possibilità di rinuncia agli aumenti vertiginosi previsti e che in questo modo, i soldi resterebbero nelle casse comunali per essere impiegati, magari, in interventi per strade e marciapiedi e/o agli aiuti ai ravennati più in difficoltà.
Sollecitiamo il Sindaco a mettersi una mano sul cuore e ad agire in questo senso.