La vicenda che vede protagonista suo malgrado l’artista Sol LeWitt è ben più che una polemica provinciale, come qualcuno tenta di far credere.
Dietro il caso sollevatosi dopo che il gruppo consiliare de La Pigna ha reso noto il carteggio tra la figlia dell’artista Sofia LeWitt ed il Mar rivelando aspetti che l’amministrazione comunale si era ben guardata di rendere noti, si alza il velo sulla prassi ormai consolidata da parte del Sindaco Michele de Pascale, di premiare l’appartenenza politica anziché il merito nella scelta dei dirigenti.
Nel caso specifico si parla della politica culturale cittadina. Nel 2017 fu selezionato tramite procedura comparativa e non un concorso quindi, il Dottor Maurizio Tarantino al quale fu affidato l’incarico di dirigente del servizio cultura, direttore della Biblioteca Classense e Direttore ad interim del Mar.
Da sempre e gli va riconosciuto almeno in questo caso, Maurizio Tarantino ha ammesso di non essere uno storico dell’arte. Ed è proprio per questo che ci chiediamo come abbia fatto ad ottenere anche l’incarico al Mar.
Sin dal primo momento abbiamo avanzato obiezioni riguardo questa nomina, ricevendo per contro accuse di fomentare polemiche sterili. I fatti oggi, purtroppo, ci hanno dato ragione.
Risultati disastrosi in termini economici e culturali. Una collezione di figuracce a livello internazionale (quella di Sol LeWitt è solo l’ultima di una triste lista).
Risultati disastrosi in termini economici e culturali. Una collezione di figuracce a livello internazionale (quella di Sol LeWitt è solo l’ultima di una triste lista).
L’ormai ex Direttore del Mar lascia l’incarico e Ravenna con una situazione talmente disastrosa che nemmeno gli sforzi messi in atto da taluni soggetti riescono a minimizzarla.
Tarantino chiude la sua esperienza Ravennate rendendosi protagonista insieme alla conservatrice del Mar la Dottoressa Giorgia Salerno, con la vicenda dell’esposizione del lavoro temporaneo di Sol Lewitt denominato Walk Drawing #570. Una questione diventata un triste caso i cui echi si sono diffusi in tutto il mondo, grazie anche alle omissioni e alle comunicazioni contraddittorie che i due hanno rilasciato.
E’ accertato che il lavoro di Sol Lewitt faceva parte di una mostra collettiva e non personale, realizzata a Ravenna nel 1988.
Una mostra alla quale ha partecipato, tra i numerosi artisti, anche Sol LeWitt facendo realizzare dai suoi collaboratori un lavoro temporaneo che andava distrutto non appena terminata.
Cosa che incredibilmente non è stata fatta.
Non esiste infatti nessuna commissione da parte del Comune di Ravenna e ne tantomeno una donazione dell’artista del lavoro fatto realizzare per tale evento artistico.
Se si scandaglia la biografia dell’autore, si scopre che una delle peculiarità della serie – numerosa – dei «Wall Drawing» di LeWitt era la distruzione «programmata» al termine del periodo di esposizione o visibilità al pubblico.
Il decantato bozzetto o meglio progetto di Sol Lewitt inerente il Wall Drawing #570 non è infatti nella disponibilità del Comune,essendo per l’appunto il lavoro destinato alla distruzione
Tale volontà è confermata dal fatto che il progetto è stato utilizzato da Sol Lewitt per realizzare un’opera esistente commissionata da un privato americano.
Ora vista la volontà di Sofia Lewitt, titolare dei diritti d’autore e dei diritti morali in quanto figlia ed erede di Sol Lewitt, che ha ordinato scrivendolo in maiuscolo la distruzione del lavoro, il Sindaco ottemperi a questa disposizione e chieda scusa agli eredi di Sol LeWitt.