“L’arrivo del DUP e del bilancio di previsione 2022-2024 arriva dopo quasi 3 mesi dall’inizio del 2022, ponendo conseguentemente il nostro Comune in “esercizio provvisorio” con tutti i limiti e le restrizioni che ciò comporta nell’attività amministrativa. Difficoltà che in un periodo critico come questo dovevano essere evitate.
Abbiamo sentito l’Assessore al bilancio Livia Molducci giustificare questo ritardo imputando la responsabilità alle elezioni dell’ottobre scorso. Motivazione tutt’altro che valida dato che a ben guardare altri comuni che come quello di Ravenna hanno affrontato le elezioni amministrative lo scorso ottobre, (vedi Bologna e Rimini), hanno approvato il bilancio di previsione e il DUP prima di Natale. Insomma, uno dei soliti tentativi di giustificare inefficienze con motivazioni totalmente inattendibili.
É evidente, invece, che la responsabilità di questo ritardo sta nella difficoltà ad elaborare il bilancio di previsione 2022-2024 a causa della spropositata e ingiustificata spesa corrente, decisa dall’attuale Sindaco e dalla maggioranza che lo sostiene.
Una spesa corrente che è passata da oltre 160 milioni di euro nel 2016, ai circa 180 milioni di euro nel 2021.
Una spesa enorme che in questi anni è stata coperta con:
  • l’incasso del pregresso IMU delle piattaforme (ormai esaurito)
  • l’aumento dei ricavi per sanzioni al codice della strada in stragrande maggioranza tramite autovelox piazzati anche in zone non necessarie
  • la riduzione del capitale sociale di Ravenna Holding Spa
È altresì evidente che a Sindaco e Giunta non siano chiari i concetti di spesa comunale e spesa improduttiva.
Quest’ultima, la spesa improduttiva, è un capitolo che può anzi deve essere cancellato, poiché è rappresentato in gran parte da contributi, consulenze e collaborazioni di natura clientelare e assistenziale.
Il contributo abnorme alla Fondazione Ravennantica ne è un esempio lampante.
Alla luce di tutto questo, che il Sindaco nei suoi interventi citi il padre della “spending review”, l’economista Carlo Cottarelli fa veramente sorridere.
Perché è proprio sul contenimento della spesa che Michele de Pascale e il Partito Democratico sono totalmente indifferenti quando, al contrario e tanto più in un momento difficile come questo, sarebbe estremamente necessario agire riducendo drasticamente le spese superflue del Comune di Ravenna, così come delle società e degli enti partecipati dal Comune, (Ravenna Holding spa e la Fondazione Ravennantica su tutti).
Chiediamo allora che venga istituito un tavolo di confronto con l’opposizione per delineare una riduzione della spesa corrente comunale. 
Un tavolo sul quale intendiamo portare con assoluto spirito costruttivo le nostre proposte: discutiamo insieme di questi temi. 
Tornando al ritardo nella presentazione del Bilancio di previsione, è ormai chiaro che il ritardo sia figlio della necessità per l’amministrazione di reperire tra i 17 e i 18 milioni di euro. Una necessità che purtroppo ritroveremo anche nei prossimi bilanci.
Infatti, non potendo più contare sul pregresso dell’Imu delle piattaforme e con una spesa corrente così elevata, questa amministrazione ha elaborato un bilancio di previsione fatto da un mix di tagli e di aumento delle entrate.
Troviamo, a riprova di quanto da noi asserito, un aumento abnorme della previsione delle entrate per sanzioni per infrazioni del codice della strada.
Si passa dai circa 9 milioni dell’assestato 2021, ai ben 11 milioni e 916 mila euro di previsione 2022 (un aumento pari al 25%)
Tutto ciò si traduce in una scelta decisamente contestabile con un chiaro intento di dare la caccia ai ravennati che magari sono costretti a parcheggiare in divieto per portare i figli a scuola per mancanza di parcheggi, ma anche ai turisti che girano in auto. Il tutto per coprire parte degli stipendi e parte della spesa corrente.
Una previsione di entrate la cui attendibilità desta peraltro parecchi dubbi in termini di precisione. Com’è possibile sapere oggi quanti Milioni di Euro verranno incassati per infrazioni del codice della strada nell’anno in corso.
In questo bilancio è prevista l’entrata con l’incasso delle annualità pregresse della nuova imposta per le piattaforme marine (la cosiddetta IMPI), pari a circa 7 milioni e 500 mila euro.  Un’entrata che però nel 2023 sarà di soli 2,6 milioni di euro o poco più.
Come pensa l’amministrazione di finanziare e quindi colmare la differenza per l’anno 2023? 
Tappezzando ogni angolo di strada del Comune con nuovi autovelox? Con un aumento considerevole delle imposte e del costo dei servizi comunali o con il taglio della spesa sociale e culturale?
Per limitare i danni nel 2023, occorre lavorare sin da ora nell’eliminare laspesa improduttiva e per ottenere risparmi economici con un processo di efficienza della spesa comunale.
Altro capitolo discutibile è quello dedicato alla Tari per la quale non sono previste riduzioni per le imprese e le famiglie in difficoltà, colpite in questo anno anche dalle conseguenze dell’aumento dei costi di luce e gas.
 
E arriviamo alle note ancor più dolenti.
Recentemente il sindaco de Pascale ha voluto smentire le nostre dichiarazioni sui gravi tagli ai servizi assistenziali per i cittadini, diffondendo dichiarazioni in cui nega tali tagli.
Eppure per chi ha voglia di sfogliare il bilancio di previsione 2022-2024 del nostro Comune, non sfuggiranno le forti riduzioni dei soldi comunali destinati ai servizi più delicati.
Alcuni esempi:
  • politiche sociali (interventi per l’infanzia, i minori e per asili nido): -2 Milioni di euro
  • disabilità: –3 Milioni 200 Mila euro
  • anziani: -1 Milione 300 Mila euro
  • famiglie: -400 Mila euro
  • sport e il tempo libero: –500.000 euro
  • giovani: –1 Milione di euro
  • turismo: –500.000 euro
  • programma e gestione rete dei servizi sociali: -380 Mila euro
Il dato totale dei diritti sociali, politiche sociali e famiglie passa dai 51 Milioni 381 mila euro del 2021 ai 48 milioni e 975 mila euro del 2022.
Ci chiediamo a fronte di tutto questo come posso votare favorevolmente un tale bilancio le componenti politiche all’interno della maggioranza, spiccatamente vocate al sociale e all’assistenzialismo (Coraggiosa e il Consigliere Perini)
Altro dato preoccupante è la mancanza in questo bilancio del capitolo dedicato all’aumento della spesa per luce e gas, che sicuramente cuba diversi milioni di euro e che rappresenterà un grosso problema per l’equilibrio dei prossimi bilanci del Comune.
Arriviamo alla spesa per investimenti che viene trionfalmente dichiarata per poco più di 109 milioni di euro
Di questi 26,5 milioni di euro sono ottenuti tramite il ricorso all’indebitamento (mutui) anche se solo e nella misura in cui non sia sufficiente la quota di avanzo di amministrazione destinabile all’esercizio”, come viene citato nel DUP. Ovvero, i progetti ricompresi negli sbandierati 109 Milioni di Euro, verranno realizzati se e solo se saranno reperite le risorse economiche e finanziarie.  Vale a dire che ad oggi c’è ben poco di certo!
Di certo c’è che l’amministrazione de Pascale non userà la stessa solerzia ad avvisare i ravennati che ha avuto nel dichiarare quei 109 Milioni, quando succederà che molti progetti non verranno realizzati per mancanza di soldi, mentre la spesa corrente formata da favori e cliente, continuerà a lievitare.”