“Lacrine e sangue” è il tratto distintivo di Michele de Pascale che da sindaco di Ravenna si è contraddistinto solo per l’aumento smisurato ed imperterrito delle imposte comunali.
Ora, come promesso durante la sua campagna elettorale, de Pascale sta esportando il suo “modello Ravenna” in Regione.
Il primo intervento, infatti, da Presidente di Regione lo fa sferzando una sonora stangata a tutti noi emiliano romagnoli.
Il tutto condito dalle solite balle in salsa Pd. Si, perché che il bilancio regionale fosse dissestato a causa del disastro dei conti della sanità romagnola, era già noto allo stesso de Pascale il quale però si è ben guardato di dire durante la campagna elettorale, che avrebbe introdotto forti aumenti delle imposte regionali.
La lista è tristemente lunga.
Il bollo auto aumenterà del 10%, l’addizionale IRPEF regionale sarà maggiorata per il terzo e quarto scaglione di reddito (dai 28.0000 euro e dai 50.000 euro in su), l’IRAP regionale a carico delle imprese passerà, proprio in un momento di crisi economica, dal 3,9% al 4,2% (+10%).
Ma la mannaia senza controllo di de Pascale non risparmierà la salute: aumenteranno, infatti, ticket per diverse prestazioni comprese quelle farmaceutiche.
Una vera e propria stangata che si poteva però benissimo evitare.
Innanzitutto, adottando strategie sanitarie e scelte politiche totalmente orientate alla qualità del servizio sanitario e non, come invece è prassi del PD ad ogni livello amministrativo, volte solo ad alimetare lle solite clientele.
Non dimentichiamoci che poco tempo ASL Romagna ha assunto l’ex direttore dell’AIFA Magrini, per l’astronomico stipendio di 730.000 euro in soli 5 anni.
Va poi evidenziato che Il bilancio di circa 13 Miliardi di Euro della Regione Emilia-Romagna, è pieno di spese improduttive: ovvero quelle uscite finanziarie utili solo a generare favori e consenso al Partito Democratico.
La legnata di de Pascale, perché chiamarla manovra sarebbe fargli un complimento, mira ad incassare 400 milioni di euro.
Soldi che potevano essere reperiti, invece, tagliando la spesa corrente regionale per pari importo e senza ripercussioni sui servizi. Si sarebbe, cosi, evitato di mettere ancora una volta le mani nelle tasche delle famiglie e delle imprese emiliano romagnole indebolendo ancora di più il loro potere di spesa.
Ma d’altra parte a Ravenna, tutte le proposte presentate dal gruppo consiliare La Pigna in occasione dei bilanci di previsione e finalizzate alla riduzione delle imposte per i Cittadini attraverso il taglio della spesa improduttiva, pur avendo sempre ricevuto il parere favorevole del Servizio Finanziario comunale, sono sempre state rifiutate da Michele de Pascale, dal suo PD e dai suoi alleati (Movimento 5 Stelle, PRIA, Azione e Lista de Pascale).
Non c’è , quindi, da stupirsi se ora de Pascale spreme gli emiliano romagnoli.
Per il PD i cittadini sono solo polli da spennare.
A questo punto, è lecito pensare che se Alessandro Barattoni, candidato sindaco di Ravenna per il Pd, dovesse malauguratamente essere eletto, continuerà nel solco del suo mentore de Pascale mantenendo le imposte comunali al massimo e peggiorando progressivamente la qualità dei servizi offerti a noi cittadini.
L’unico modo per evitare questo infausto destino, è scegliere di andare a votare e farlo per la vera alternativa al regime soffocante instaurato dal Pd a Ravenna.”
Veronica Verlicchi
Capogruppo La Pigna, Città-Forese-Lidi