“Al gestore della piscina comunale di Ravenna che recentemente è balzato alle cronache per via della decisione di chiudere l’impianto per ben 2 settimane, la Giunta aveva già erogato ristori sostanziosi e più precisamente un contributo pari a 50.000 Euro a fondo perduto deciso in data 1 Marzo 2022. Da li a pochi giorni, nonostante tale “iniezione” di denaro, il Gestore decideva di chiudere la piscina per 15 giorni in accordo con la stessa Giunta comunale.
Eppure, come risulta dalla stessa determina del dirigente comunale preposto, i 50.000 Euro sono stati concessi in base ad un maggior costo dichiarato dal Gestore e pari a 70.000 euro.
Costo, per l’appunto, dichiarato e non si sa se anche comprovato dalle bollette ricevute.
Ciò che ci lascia sgomenti è il fatto che la chiusura dell’impianto natatorio ravennate è, di fatto, un’interruzione di pubblico servizio e come tale deve essere giustificata (es. manutenzioni). La chiusura per il “caro bollette” non rientra tra le motivazioni legittime per disporre tale interruzione ma sembra che a molti e soprattutto alla Giunta sia sfuggito questo aspetto fondamentale.
Di certo, tale chiusura ha costretto i fruitori della piscina a spostarsi su altri impianti, come quelli di Cervia, Faenza, Forli, con tutti i disagi che ne conseguono.
E mentre la Giunta comunale si riserva di elargire altri ristori al suddetto gestore, non un solo euro viene previsto a sostegno delle società natatorie.
Eppure anch’esse in questi 2 anni di pandemia, alternati a frequenti chiusure della piscina per interventi di manutenzione, hanno subito fortissimi disagi.
Eppure sono loro che continuano, attraverso lo sforzo dei propri collaboratori e volontari, a tenere vivo il settore giovanile ravennate del nuoto e delle altre discipline natatorie.
Eppure è anche a loro che il Partito Democratico ed i suoi affini fanno sistematicamente appello ad ogni tornata elettorale per chiedere appoggio e voti.
Ma per loro, le società natatorie appunto, nessun ristoro è stato previsto dalla Giunta de Pascale.
Non solo non sono previsti ristori ma ad aumentare la mazzata per le società di nuoto ci si mette anche la decisione della stessa Giunta di non rinnovare le agevolazioni concesse in epoca pandemica, chieste con forza ed ottenute dalla lista civica La Pigna. Il che farà aumentare i corsi per l’utilizzo delle corsie del 40% che inevitabilmente si scaricheranno sulle famiglie ravennati che iscrivono i propri figli ai corsi.
Un quadro alquanto desolante che non fa ben sperare per il futuro del nuoto ravennate.
E’ ora che il Sindaco de Pascale capisca e riconosca la differenza tra gestore degli impianti sportivi e gestore delle attività sportive. Chi fa imprenditoria col relativo rischio d’impresa deve gestire al meglio le proprie risorse economiche; chi fa del sociale e sport svolge un servizio fondamentale per i giovani che va sostenuto e non penalizzato.”
Veronica Verlicchi, Capogruppo La Pigna, Città-Forese-Lidi