30/05/2018 – Nella difesa d’ufficio firmata de Pascale a favore dell’Assessore alla Cultura Elsa Signorino e della sua creatura, la Fondazione Ravennantica, il Sindaco ha totalmente dimenticato di rispondere alle citriche e alle obiezioni sollevate dalla nostra lista civica.
Poiché esse vertevano sui punti critici del progetto del Museo di Classe, riteniamo doveroso che il Sindaco risponda pubblicamente a 5 domande cruciali affinché renda noto ai ravennati le sue intenzioni riguardo le perdite preannunciate del Museo e della gestione della biglietteria-bookshop.
Lo studio di fattibilità economica del 2013, commissionato alla Società Cles Srl dalla stessa Fondazione, indicava una perdita media annuale di 400.000 euro. Perdita che sarà sicuramente superiore al previsto poiché, dal 2013 ad oggi, sono aumentati i costi del lavoro, delle tasse e delle utenze. Per coprirla, quanto ha intenzione di erogare il Comune a favore della Fondazione, oltre ai 600.000 euro di contributo annuale che già sborsa?
Anche la previsione economica della gestione del servizio di biglietteria e dei bookshop dei siti monumentali prevede una perdita annua di, almeno, di 140.000 euro. Per coprire tale perdita, quanto erogherà il Comune di Ravenna alla Fondazione Ravennantica?
Per quale motivo la Fondazione Ravennantica tiene volutamente in una situazione di grave precarietà i dipendenti dell’ex gestore di bookshop e biglietteria, avendoli assunti dapprima per 1 mese, poi per 2 e attualmente solo fino al 31 agosto 2018, nonostante vantino già l’epsetienza professionale necessaria?
Perché il Comune di Ravenna ha chiesto, per conto della Fondazione, un finanziamento di 730.000 euro alla Regione Emilia Romagna per l’allestimento del Museo di Classe nonostante i costi per detto allestimento fossero già stati abbondantemente coperti dal contributo di 1.500.000 euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna a favore di Ravennantica?
Il Museo progettato e realizzato senza avere alcuna certezza di quello che poteva essere esposto, non rappresenta un’attrattiva per incrementare il turismo a Ravenna. Anzi, come risulta dal sopracitato studio, il Museo dovrà cercare di intercettare i turisti che raggiungo la nostra città per visitare i suoi monumenti Unesco. Dagli iniziali 220.000 visitatori annui (più di Sant’Apollinare in Classe che ne fa 160.000) sbandierati pochi anni fa, si è già passati ad una previsione di 60.000. Una miseria considerando che per questo Museo si sono spesi 25 milioni di euro, in gran parte pubblici! Non le sembra, allora, che il paragone con i musei di Berlino e Parigi da lei citati, che vantano ben altre collezioni rispetto a Classe, sia del tutto ridicolo e che i pochi reperti trovati negli scavi di Classe potessero essere benissimo ospitati in una apposita sezione archeologica presso il Mar, permettendo di utilizzare a favore dei cittadini e delle imprese?