L’inserimento nel del Disegno di Legge da parte del Governo Draghi, del riferimento alla messa a gara delle concessioni degli stabilimenti balneari, rappresenta un colpo mortale per le imprese che sono proprietarie o che gestiscono gli stabilimenti balneari nei 9 lidi ravennati.
Una mazzata che colpisce duramente anche il turismo balneare ravennate, poiché la messa a gara delle concessioni demaniali apre la strada ai colossi stranieri spazzando via, di fatto, quell’elemento che da sempre caratterizza l’offerta balneare romagnola e che ne ha fatto un’eccellenza a livello mondiale: l’impresa familiare.
E se si considera che all’interno del Governo a sostenere questa scellerata decisone c’è anche il Pd, le preoccupazioni espresse dal loro candidato nonché sindaco uscente di Ravenna Michele de Pascale, suonano come una presa in giro per i titolari delle concessioni degli stabilimenti balneari.
E non va dimenticato che all’interno dello stesso coacervo di partiti sotto l’egida di Draghi, sono presenti anche il movimento 5 Stelle (alleato del Pd anche a Ravenna) e la Lega.
Tutti uniti nel perseguire le volontà dell’Unione Europea applicando la direttiva Bolkenstein a danno del mondo balneare.
E la notizia delle intenzioni di Draghi non é certo nuova, dato che se ne parla almeno dallo scorso aprile.
Allora é lecito chiedersi come mai de Pascale non si é preoccupato prima e non ha interpellato i suoi referenti romani.
La stessa considerazione vale per gli altri due partiti sopra citati: Movimento 5 Stelle e Lega.
Considerando che costoro a livello locale si fanno forti di avere “appoggi romani”, quasi come se questo fosse titolo sufficiente per essere bravi amministratori locali, noi ravennati ci chiediamo perché non sono intervenuti prima.
E dire che noi de La Lista civica La Pigna, senza bisogno di dover per forza fare leva su chissà quale parlamentare totalmente disinteressato delle questioni ravennati, abbiamo sollevato il problema già 2 anni fa, costringendo il Comune di Ravenna a convalidare l’estensione delle concessioni demaniali locali sino al 2033. Diversamente, é cosa assodata, de Pascale e i suoi avrebbero fatto scadere le concessioni senza alcuna proroga.
Esattamente ciò che ora il Governo Draghi, insieme a PD, Lega e 5 stelle, vuole fare.
Ricordiamo bene le resistenze che in Consiglio Comunale mosse l’Assessore PD Cameliani alla nostra richiesta. La sua contrarietà e quella del Pd Ravenna alla proroga sino al 2033 era palese.
Eppure ora, in dirittura di arrivo per la scelta del nuovo Sindaco di Ravenna, si vestono di una ingenuità politica che di certo non hanno e fingono, ancora una volta, di essere vicini agli imprenditori.