Se ci sono interventi che sono fuori dal tempo, il campo da golf di Casal Borsetti è proprio uno di questi.
Si tratta, infatti, di un progetto piuttosto ampio, ultraventennale, che ha visto l’approvazione del Piano Urbanistico Attuativo solo nel 2016 e che oggi sembra arrivare a conclusione. All’interno del progetto non rientra solo il campo da golf, ma anche altri 28 mila mq di superficie insediabile, che comprendono 306 alloggi, 7 mila mq per l’edilizia alberghiera, 611 mq per l’edilizia commerciale oltre alle strutture del campo da golf stesso.
Passa infatti ora in Giunta Comunale il primo stralcio, che prevede appunto la realizzazione proprio del campo da golf, oltre che di alcuni interventi di interesse pubblico, fra i quali la riqualificazione di aree della pineta, in attesa di verificare, in futuro, se sarà possibile realizzare anche le fasi successive, inquadrabili nella più classica delle speculazioni edilizie.
Lasciamo per il momento da parte gli alberghi, i residence e le attività commerciali, che per ora sono solo una minaccia futura, ma che comunque saranno incredibilmente destinati a sorgere in aree all’interno del Parco del Delta del Po e della Rete Natura 2000. Pensare di realizzare oggi, nel bel mezzo di una delle più gravi crisi idriche della nostra storia un campo da golf, che è una struttura che consuma ingenti risorse di acqua, è una pura follia.
Se da un lato il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, lancia in questi giorni un appello col quale chiede di limitare i consumi idrici in agricoltura se non vogliamo rischiare di rimanere senza acqua per usi civili, data l’attuale situazione del Po e del CER, dall’altro si approva un progetto che è destinato a consumare 2 milioni di litri di acqua al giorno.
La nostra consigliera regionale Silvia Zamboni sta preparando al riguardo un’interrogazione regionale che verrà presentata a breve.
Se, come purtroppo si può supporre, la crisi idrica di quest’anno non sarà estemporanea, quando ci sarà il campo da golf, d’estate verrà chiuso per mancanza di acqua? Oppure si chiederà ai coltivatori della provincia di Ravenna di non irrigare più i propri terreni?