Preservare e tutelare l’area di Monte Tondo nei comuni di Riolo Terme e Casola Valsenio, in provincia di Ravenna.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Silvia Zamboni (Europa Verde), che ricorda come di recente sia stato reso pubblico lo studio commissionato dalla Regione per valutare la possibilità di ampliamento dell’area estrattiva del Polo Unico Regionale del gesso in località Monte Tondo, che si trova nell’area contigua del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. Dei quattro diversi scenari presi in esame dallo studio, quello ritenuto il più auspicabile dagli estensori è quello che ipotizza la prosecuzione dell’attività estrattiva contenendo l’area di estrazione del gesso entro i confini del vigente piano ambientale.
Per la consigliera, però, questo scenario “pur non prevedendo un ulteriore ampliamento dell’area di cava, rischia di consentire la distruzione di altre grotte appartenenti all’importante sistema carsico dell’area, in evidente contrasto con la Legge regionale di Istituzione del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, ovvero la modifica o l’alterazione del sistema idraulico sotterraneo e la modifica o l’alterazione di grotte, doline, risorgenti o altri fenomeni carsici superficiali o sotterranei”.
La capogruppo, inoltre, ricorda la contrarietà di associazioni ambientaliste, quali il Wwf, al progetto e come “il Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO abbia deciso di inserire nella lista propositiva italiana dei siti naturalistici per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO il sito ‘Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia-Romagna’, facendo seguito alla candidatura proposta dalla Regione Emilia-Romagna e fortemente sostenuta dal ministero dell’Ambiente”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione reginale “se, al pari della Federazione speleologica regionale e delle associazioni ambientaliste, condivida la critica che lo scenario proposto è anch’esso in contraddizione con la normativa regionale citata in premessa, e, soprattutto, rischia di compromettere il percorso di candidatura del sito ‘Grotte
e carsismo evaporitico dell’Emilia-Romagna’ a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO; e quali passi, di sua competenza, intenda intraprendere in futuro la Regione per consentire di arrivare alla migliore soluzione che salvaguardi questo sito di particolare pregio naturalistico, senza compromettere il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici”.