Vena del Gesso: serie di iniziative per far conoscere i danni al paesaggio che potrebbe causare la cava

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Una serie di eventi per sensibilizzare la popolazione sui danni che comporterebbe il proseguimento dell’attività estrattiva alla cava di Monte Tondo nella Vena del Gesso. Partiranno a maggio, covid permettendo, gli eventi organizzati dalla Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, dal Cai, dal WWF, da Legambiente e da Extinction Rebellion per far conoscere e la Vena del Gesso ed evitare nuovi danni causati dall’attività estrattiva del gesso. Attività portata avanti da 62 anni che ha portato la cava ad assumere dimensioni maggiori rispetto al paese di Borgo Rivola o allo stesso Monte Mauro. Escursioni, conferenze, forum per spiegare il parco e tutto quello che oggi non c’è più. Domenica 20 giugno, poi, una catena umana da Sasso Letroso a Monte San Carlo per chiedere di porre fine all’attività estrattiva, un’attività che dovrebbe essere regolata dal piano territoriale del parco, documento però mai redatto dalla nascita dell’ente Parco della Vena del Gesso.

Gli speleologi chiedono di iniziare a studiare e a mettere in atto un piano di ripristino ambientale per quando la Saint-Gobain cesserà le proprie attività, un piano che doveva essere ormai pronto da anni, ma sul quale si è ancora troppo indietro. Nel frattempo deve essere discussa la richiesta di espandere la cava di Monte Tondo all’interno della Vena del Gesso da parte della multinazionale Saint-Gobain