Vena del Gesso patrimonio Unesco. Speleologi: “Ora riconvertire la cava di Monte Tondo”

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Il riconoscimento dei gessi romagnoli a Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, come si suol dire in questi casi, non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. Soprattutto nel parco della Vena del Gesso fra Brisighella, Riolo Terme e Casola Valsenio. La Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, che fece partire il percorso di candidatura, dopo la gioia del traguardo raggiunto, torna a chiedere una nuova politica per la salvaguardia dell’ambiente, la chiusura della cava di Monte Tondo, come consigliato dallo studio specifico richiesto dalla Regione e come raccomandato dalla stessa commissaria Unesco, un processo di riconversione dell’intero comparto produttivo e una nuova visione per il territorio.