Sono passati 18 anni dalla costituzione del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. In questi mesi è in fase di discussione il Piano Territoriale del Parco (PTP), più o meno in concomitanza con la definizione, da parte della Provincia, del PIAE, il Piano Infraregionale per le Attività Estrattive. Entro la fine di maggio era possibile presentare osservazioni ai documenti preliminari pubblicati sia dal Parco, sia dalla Provincia. Le Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna ha inviato le proprie note con l’obiettivo di salvaguardare il parco dal proseguo dell’attività estrattiva della cava di Monte Tondo. Curiosamente, fa notare la Federazione, sia Parco che Provincia sottolineano l’impatto distruttivo della cava sul parco, ma nei documenti preliminari dei due piani resi pubblici, è assente una programmazione per la cessazione dell’attività nel polo del gesso, nonostante lo studio commissionato dalla Regione, e la Regione stessa, abbiano indicato in 10 anni il tempo limite per la conversione del sito industriale gestito dalla Saint-Gobain.
Intanto a settembre è atteso il responso sulla candidatura Unesco. In autunno inoltrato, entro fine anno, la Regione dovrebbe esprimersi anche sui due piani.
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