Dopo l’ultima interrogazione discussa lo scorso consiglio comunale, il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi ha presentato una nuova interrogazione dedicata alla cassa di laminazione in via Corgin dove sono confluite le acque dello spegnimento dell’incendio della Lotras. Alla base della nuova interrogazione, le analisi raccolta da un gruppo privato di cittadini, pronti a presentare un esposto per chiedere controlli approfonditi sul bacino:
“Quello che si sta leggendo in questi giorni sulle pagine dei quotidiani e sui siti d’informazione on-line a proposito del cosiddetto “bacino Lotras” sorprende e disorienta non poco” spiega Bertozzi.
“In risposta ad una mia interrogazione presentata al Consiglio Comunale del 20 ottobre, l’Assessore Ortolani ha rassicurato abbondantemente sull’assenza di rischi per la salute nell’area del bacino, e si è espresso in questi termini: sulla base dei risultati delle analisi disponibili “il terreno della vasca è risultato non contaminato dall’inquinamento e conforme ai limiti di cui alla colonna B – della tabella 1 – del Decreto 152 del 2006, che fissa i limiti ambientali per l’inquinamento dei terreni e delle acque” – ” (i residui – nda) non costituiscono un limite per la salute…” – si tratta di olii e grassi vegetali “particolarmente irranciditi e raggrumati”.
Oggi apprendiamo invece che associazioni ambientaliste avrebbero commissionato analisi private (non visionate dal sottoscritto) da cui risulterebbero elementi di forte preoccupazione tra cui la presenza di “idro-carburi pesanti e di alcuni metalli in quantità molto elevata e superiore ai limiti di legge”.
Un risultato quindi diametralmente opposto a quanto affermato dall’Assessore che oggi – sempre a mezzo stampa – aggiunge altro e non perfettamente in linea con quanto dichiarato in risposta alla precedente interrogazione: “Siamo in attesa delle analisi del terreno eseguite dai tecnici di Arpae negli ultimi giorni di ottobre”.
Come mai sono state richieste nuove analisi? O è stata Arpae a disporle autonomamente?
Se così è sarebbe stato opportuno in sede di risposta utilizzare toni maggiormente dubitativi piuttosto che escludere a priori qualsiasi pericolosità.
Il tema è, inutile ribadirlo, di notevole importanza ed ha una doppia valenza, la prima che impatta sul bene primario della salute e la seconda sul destino dell’area di proprietà del Centro Servizi Merci in liquidazione, con possibili ripercussioni sulla soluzione dell’affaire liquidazione che si sta trascinando da anni con enorme sacrificio per l’Ente (e senza una parvenza di rapida soluzione alle porte).
Dove sta la verità?
L’Amministrazione ha acquisito i risultati delle analisi private di cui si parla? Sono state visionate? Sono state convocate le associazioni ambientaliste?
Queste sono alcune delle domande che ho posto all’Amministrazione con il deposito di una nuova interrogazione, sarebbe bene che queste questioni venissero definite in sede istituzionale e sarebbe anche opportuno che l’Amministrazione chiedesse il coinvolgimento diretto di Arpae, attraverso la partecipazione al Consiglio Comunale o convocando una commissione ad hoc, così da rassicurare la città fin da subito o informarla sui provvedimenti necessari a ristabilire la salubrità dell’area se emergessero nuovi elementi patologici.
Nel frattempo, vista la situazione di incertezza che ne sta uscendo, sarebbe certo opportuno che l’area fosse messa in sicurezza impedendone il libero accesso”.