Su indicazione e in accordo con il Parco regionale del Delta del Po, a partire da oggi, giovedì 1 agosto, il Comune di Ravenna avvierà le procedure di deflusso delle acque di Valle Mandriole, aprendone lo scarico sullo scolo Rivalone; il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale è stato avvisato della manovra idraulica prevista.
Per quanto riguarda la gestione del temporaneo prosciugamento di Valle Mandriole e l’eventuale recupero dei pesci, si cercherà di mantenere un costante deflusso idrico nel canale sublagunare della palude, che collega l’ingresso delle acque dal sifone di Punte Alberete allo scarico sul Rivalone, così da permettere ai pesci di rifugiarsi in questo corpo d’acqua, come fatto nel 2022 con ottimi risultati.
Valle Mandriole è una palude di acqua dolce di 250 ettari, nel cuore del Parco regionale del Delta del Po. Quando fu salvata dalle bonifiche che stavano ultimando la conversione delle migliaia di ettari di paludi di acqua dolce che da Ravenna si estendevano fino a tutta la Bassa Romagna, non si poteva prevedere che i mutamenti climatici avrebbero modificato così drasticamente le condizioni ambientali e idrologiche del territorio.
Alle attuali condizioni meteoclimatiche e con il sistema di approvvigionamento idrico esistente, la gestione di Valle Mandriole non può prescindere da un periodico prosciugamento estivo, per cambiare l’acqua e ossidare gli elementi chimici depositati sui fondali. Del resto, un parziale periodo asciutto, nelle aree marginali delle paludi perifluviali, è naturale alle nostre latitudini, durante il periodo di magra, ossia di minima portata estiva dei corsi d’acqua.
“Grazie alla gestione oculata condotta dal Parco del Delta del Po e dal Comune di Ravenna e grazie alla presenza del sifone di collegamento con Punte Alberete – dichiara l’assessore alle aree naturali Giacomo Costantini – l’acqua della valle è attualmente in condizioni tutto sommato discrete, con un buon livello di ossigenazione e assenza di salinità, come dimostrato dai settimanali monitoraggi effettuati dal personale dei due Enti.
Tuttavia, l’acqua non ha una buona qualità in termini di nutrienti ed inquinanti, che lasciar concentrare per evaporazione sarebbe sbagliato e di cui è meglio liberare il bacino, prosciugandolo e lasciandone i fondali all’aria per circa 30/45 giorni.
Questo previene anche possibili fenomeni di anossia, legati all’innalzamento vertiginoso delle temperature degli ultimi giorni e all’imminente inizio del passo migratorio delle anatre”.
Sono inoltre in corso il prosciugamento ordinario di Punte Alberete, per permettere la gestione della vegetazione, e il prosciugamento di Valle Zavelea, con le stesse finalità per cui viene temporaneamente asciugata Valle Mandriole.