Sono iniziate ieri mattina le operazioni di riallagamento della Valle della Canna (o Valle Mandriole), mediante l’immissione di acqua dal fiume Reno. Durante le prime ore di deflusso sono state lasciate aperte le paratoie di scarico per far defluire le ultime acque rimaste nel canale principale allo scopo di mantenere in vita i pesci. Le analisi richieste dai due Enti gestori, infatti, avevano permesso di verificare la presenza della tossina del botulino (di una tipologia che fortunatamente non colpisce i pesci) nelle acque residue, che andavano perciò scaricate.
Nella serata di ieri, quindi, dopo aver verificato l’avvenuto ricambio, le paratoie di scarico sono state chiuse ed è cominciato il riempimento della zona umida.
Occorreranno alcune settimane affinché l’acqua raggiunga i livelli ritenuti ottimali per il periodo; anche in natura (mutamenti climatici permettendo) le prime piogge di settembre permettono ai fiumi di aumentare la propria portata e riallagare le paludi perifluviali.
Le operazioni sono condotte dal Servizio Tutela Ambiente del Comune di Ravenna in stretta collaborazione con l’Ente Parco del Delta del Po.
L’acqua viene vettoriata dal fiume Reno attraverso la condotta di RSI (Ravenna Servizi industriali), grazie ad un accordo fra Regione Emilia-Romagna, Consorzio del Canale Emiliano-Romagnolo e Romagna Acque.
La zona umida di importanza internazionale per la conservazione della biodiversità e, in particolare, per gli uccelli acquatici, ricopre una superficie di circa 250 ettari ed è stata quasi interamente prosciugata lo scorso 17 agosto per scongiurare gli effetti di una contaminazione da botulino. Le prime due settimane di agosto, infatti, hanno fatto registrare temperature molto elevate, sia di giorno che di notte, causando in molte zone umide dell’Emilia-Romagna fenomeni di botulismo. Solo la tempestiva decisione e il risoluto intervento del Comune e del Parco, che hanno deciso di prosciugare la valle per allontanare immediatamente gli uccelli acquatici e ossigenare i fondali, hanno permesso di scongiurare il pericolo. Ora Valle della Canna sarà mantenuta a livelli elevati fino alla prossima tarda primavera e accoglierà migliaia di uccelli acquatici (soprattutto anatre), durante la migrazione e lo svernamento, come ogni anno accade in questa palude, che è una delle più importanti d’Italia e d’Europa per la conservazione dell’avifauna.