Si è svolto, questa mattina, l’incontro richiesto alla giunta della Regione Emilia Romagna sull’emergenza alluvione. Un confronto nudo e crudo nel quale la delegazione sindacale ha rappresentato le priorità e le criticità della popolazione, delle lavoratrici e lavoratori coinvolti nel disastro.
La situazione rimane drammatica, sia nelle zone alluvionate della pianura, sia nelle zone collinari e montane con centinaia di frane, con circa ventimila sfollati, centri abitati praticamente isolati, difficoltà dei trasporti e approvvigionamenti, con scuole, aziende e campi agricoli inagibili. Particolarmente difficile la situazione nella filiera agroalimentare, nelle piccole e media aziende e in prospettiva in quella del turismo e pubblici esercizi.
Per la USB la priorità deve essere quella della continuità salariale e reddituale per tutti e tutte a prescindere dalla tipologia contrattuale, garantendo la copertura delle giornate di mancato lavoro e la messa in sicurezza delle aziende ed enti, anche ricorrendo allo smartworking. Abbiamo segnalato la necessità di attenzione alla tutela dei redditi di lavoratori e lavoratrici particolarmente esposti a precarietà e condizioni irregolari che non permettono di accedere ad ammortizzatori, dall’agricoltura al turismo, ristorazione e commercio.
Come prioritaria deve essere anche la questione abitativa, a partire dalla sospensione di affitti e mutui e blocco degli sfratti, la sistemazione per tutti gli attuali sfollati ospitati in ricoveri di emergenza, promuovendo un piano massiccio di messa a disposizione di alloggi pubblici.
Sulla questione risorse, tenendo presente che il decreto illustrato dal governo non è stato ancora né definito e né ancora pubblicato, la questione centrale è la sufficienza delle risorse (servono miliardi e non centinaia di milioni) e la loro destinazione. Ribadita la richiesta dell’utilizzo anche dei fondi del PNRR per la fase della ricostruzione e della messa in sicurezza territoriale e tutela ambientale, come la proposta di istituire una agenzia pubblica regionale per la manutenzione e la tutela del territorio. Provvedimenti necessari per un cambio radicale delle politiche regionali che vedono l’Emilia Romagna in cima alla classifica nel consumo di suolo e cementificazione.
Anche il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga e delle delocalizzazioni delle attività produttive deve essere monitorato per garantirci dagli abusi e dalla mancanza di integrazioni alla CIG, situazione che andrebbe a sommarsi alla già drammatica questione dei bassi salari che è al centro dello sciopero generale nazionale della giornata di domani.
A preoccuparci la questione della semplificazione degli appalti per la ricostruzione, sia per la condizione della lavoratrici e lavoratori, sia per la penetrazione di realtà criminali.
La delegazione ha ribadito la propria totale contrarietà all’ulteriore accelerazione, prevista nella bozza del decreto legge, per la costruzione e messa in funzione del rigassificatore di Ravenna, che avevamo già criticato come scelta in evidente contraddizione con le promesse riguardo la decarbonizzazione del territorio, scelta inserita in una logica emergenziale da economia di guerra, scelta ancora più inaccettabile in queste drammatiche condizioni.
Su queste priorità e criticità, si conferma la giornata di mobilitazione di domani dove nella mattinata saremo presenti con le nostre brigate di solidarietà nella zona collinare e montana di Monzuno e Vado per poi ritrovarci in presidio, dalle ore 14.30, davanti ai palazzi della Regione Emilia Romagna.
Un presidio che viene confermato a fronte della scelta di revocare totalmente lo sciopero nelle zone colpite e per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali in tutta la regione.