Le urbanizzazioni non si fermano al Quartiere San Giuseppe. Legambiente aveva già criticato le scelte urbanistiche del PUA (Piano Urbanistico Attuativo), per il quartiere, presentato su 3 comparti differenti per complessivi 216 mila mq. Ad oggi, l’associazione ambientalista interviene relativamente alle consultazioni per il subcomparto agraria che interesserà i terreni in prossimità del Perdisa e di Scienze Ambientali.
Sono 144 mila i mq che ospiteranno nuovi interventi del comparto all’interno del quartiere, prevalentemente dedicati a nuovo residenziale e ad attività commerciali.
“E’ evidente come le espansioni in previsione potranno divenire un elemento per ampliare le infrastrutture al di fuori del territorio urbanizzato portando inevitabilmente ad un’ulteriore espansione della città, in controtendenza agli obiettivi del consumo di suolo zero al 2050.” – commenta Legambiente.
Legambiente si chiede infatti se questi interventi saranno inseriti all’interno del nuovo PUG del Comune di Ravenna e se verranno conteggiati all’interno del limite di 3% di suolo massimo consumabile previsto dalla nuova legge regionale 24/2017.
Rispetto al tema della viabilità conseguente, l’associazione torna sul progetto di bretella stradale comparso durante i primi annunci del PUA (non menzionata nel progetto del subcomparto agraria), che connetterebbe il quartiere direttamente con via Chiavica Romea senza passare da via Mattei: “di fatto la realizzazione di tale infrastruttura avrebbe fortemente impattato nei confronti dei residenti delle case popolari di via Patuelli e del progetto “Frutteto Sociale” oggetto di un Patto di Collaborazione per la cura dei Beni Comuni e ci appelliamo affinchè la strada non compaia nei progetti degli altri comparti relativi al quartiere.”
“Manifestando quindi la nostra contrarietà in particolare alle nuove urbanizzazioni legate al residenziale ed al commerciale riteniamo che una politica di pianificazione veramente lungimirante dovrebbe rivedere le priorità del territorio mosse intelligentemente alla mitigazione ed all’adattamento degli effetti dei cambiamenti climatici. “
“A questo proposito, al fine di limitare le urbanizzazioni immobiliari l’ipotesi potrebbe essere quella di progettare strategie finalizzate all’acquisizione di terreni per realizzare progetti di riforestazione urbana salvandoli da nuove urbanizzazioni, anche attraverso le risorse del PNRR ed il progetto della Regione Emilia-Romagna “Mettiamo Radici per il Futuro”. – conclude.