Ieri attivisti di Extinction Rebellion Faenza hanno attaccato uno striscione con scritto STOP CONSUMO DI SUOLO sopra al cartellone pubblicitario “Vendesi villette” davanti Villa Ghilana.
“Un atto ribelle, pacifico e provocatorio per attirare l’attenzione su un progetto assurdo” criticano gli attivisti “12 villette, con una strada di accesso che abbatterà vari alberi, sui terreni attigui alla villa della Ghilana. (Lato sinistro strada di accesso alla Ghilana). Continueremo a fare azioni di questo tipo, video di sensibilizzazione, e quando si potrà, manifestazioni.
Il comune ha già votato a favore, nel febbraio 2020, di questa (ed altre) proposte di urbanizzazioni (contrari solo 5 Stelle e L’Altra Faenza). Nel gennaio 2019, fatto gravissimo che vogliamo ricordare, la maggioranza dell’allora consiglio comunale aveva rigettato un emendamento che escludeva dalle urbanizzazioni i suoli ad uso agricolo.
In questi mesi si compirà l’ultimo atto del sacrificio (inutile) del suolo, Comune e aziende private si accorderanno sulle compensazioni.
Noi lotteremo pacificamente affinché ciò non avvenga.
Il suolo assorbe CO2, il suolo è una riserva di carbonio, che se cementificato, viene rilasciato in atmosfera. Il suolo è una spugna per l’acqua, fondamentale negli eventi meteorologici estremi, il suolo mitiga le bolle di calore urbane, il suolo nutre, il suolo pullula di biodiversità.
Il suolo è vivo e va salvato. Paolo Pileri, prof urbanista al Politecnico di Milano, ci ha insegnato con parole emozionanti che “ricucire l’urbanizzato, come spesso si legge nei piani urbanistici, è un falso, un mondo al contrario, tutto era natura, tutto era prato e poi siamo arrivati noi umani. Nel pieno dell’emergenza clima ed eco queste ricuciture sono altre ferite, altri colpi di accetta sul ramo già traballante sul quale siamo seduti.”
“Nessuna compensazione vale la distruzione del suolo” continuano gli attivisti “La città merita orti, prati, boschi urbani e aree verdi anche dentro il perimetro urbano.
Ci batteremo con mezzi pacifici perché si accendano i riflettori su questo e altri terreni destinati al cemento.
Contestiamo la stessa legge regionale, che facilita queste “ricuciture” con filo di cemento nelle aree urbane, suolo cementificato che non rientra neppure nel conteggio del consumo di suolo.
Ci sono migliaia di case vuote, aree degradate e già cementificate dove costruire come ha sempre ben documentato Legambiente Lamone nei suoi report. La popolazione non è in crescita.
Perché distruggere altro terreno fertile e ipotecare il nostro futuro?
Noi ci ribelliamo. E chiediamo a tutti di fare altrettanto”.