L’Altra Faenza sollecita l’Amministrazione Comunale a dare concretezza al percorso partecipativo approvato in Consiglio
«L’Altra Faenza si è occupata di urbanistica e assetto del territorio durante la sua attività in Consiglio » sottolinea il capogruppo della formazione in consiglio comunale Edward Necki in una nota stampa diffusa ai media per chiedere che la politica faentina, a proposito di urbanistica, si disinteressi delle dimissioni dell’assessore Piroddi, ma, invece, inizi il percorso partecipativo votato in consiglio comunale «Lo ha fatto molto prima di tanti che oggi ne parlano, lo ha fatto già a partire dalla discussione attorno alla nuova Legge Regionale sull’Urbanistica, che ha giudicato troppo permissiva, contraddicendo lo slogan “consumo di suolo zero”.
Lo ha fatto poi, in Consiglio Comunale, chiedendo all’Amministrazione di rendere pubblici i dati sull’individuazione della superficie urbanizzata esistente nel Comune alla data del 1º gennaio 2018 e quelli sul patrimonio costruito inutilizzato.
Lo ha fatto proponendo specifici emendamenti al “Bando per manifestazioni di interesse per nuove urbanizzazioni”(Quelli per porre vincoli più precisi alle urbanizzazioni in aree agricole non sono stati accolti ma, due rilevanti sono stati approvati relativo il primo alla sovranità a valutare i progetti del Consiglio Comunale di Faenza,prima del Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina; e il secondo relativo alla previsione di un ulteriore bando“per l’eliminazione di aree edificabili di nuova urbanizzazione dagli strumenti urbanistici vigenti”.
Lo ha fatto presentando l’Ordine del giorno – approvato all’unanimità. – “Percorso partecipativo per la preparazione del Piano Urbanistico Generale (PUG)”
Lo ha fatto promuovendo ad aprile 2019 l’iniziativa La progettazione della città pubblica (aperta a rappresentanti dell’associazionismo), per indicare la necessità della rigenerazione urbana dal punto di vista sociale, energetico, sismico, di porre fine al consumo di suolo, razionalizzare la mobilità urbana e la qualità ecologica e ambientale, costruendo, anche per questa via, occasioni di lavoro e occupazione qualificata.
Lo ha fatto nel penultimo Consiglio Comunale, chiedendo di sapere quando le “manifestazione di interesse per nuove urbanizzazioni” saranno esaminate in Commissione e poi nel Consiglio Comunale.
E poi, intorno all’urbanistica, si aperto il bailamme su ritiro delle deleghe all’Assessore all’urbanistica con repliche, uscite dalla maggioranza, contro repliche, che tuttora riempiono i giornali, con indiscrezioni su improprie trattative private su “accordi operativi”.
Invece che seguire questo dibattito “criptato” solo sui giornali, L’Altra Faenza avanza una proposta precisa:
- vengano rese pubbliche le documentazioni sulle “manifestazioni di interesse” in campo, si convochi la commissione per preparare la discussione in Consiglio Comunale e valutare il reale interesse pubblico;
- si avvii (NEI FATTI e NON A PAROLE) l’iter per la predisposizione del Piano Urbanistico Generale, dando corso a quanto previsto dall’ordine del giorno votato da tutti.
Quel testo, che impegna l’Amministrazione, tra l’altro recita “…E’ necessario che la comunità nel suo complesso, quindi anche i possessori di aree potenzialmente edificabili, privati, società, banche, fondazioni, operatori del settore, ecc., ma più in generale tutti i cittadini, prendano atto della necessità di una diversa progettazione della città pubblica futura, dove le nuove urbanizzazioni non hanno (se non per casi particolari) ragione di essere, ed è invece necessario riqualificare e rigenerare il patrimonio esistente dal punto di vista funzionale, ambientale, energetico, ecc. come chiede la nuova Legge Regionale.”
Il “percorso partecipativo” di cui stiamo parlando dovrebbe servire proprio a questo: a costruire una idea di città pubblica futura che non parta solo dagli interessi forti consolidati, come troppo spesso è accaduto in passato. Non si tratta di demonizzare questi interessi, ma piuttosto renderli chiari e metterli a confronto con ciò che riteniamo essere il bene comune.
Ricordiamo che la stessa Legge Regionale prevede l’istituzione dell’Albo degli immobili resi disponibili per la rigenerazione urbana. Si predisponga dunque e si invitino i potenziali investitori a indirizzare lì i loro progetti.
E’ in un percorso di questo tipo che devono trovare spazio approfondimenti e soluzioni per:
– affrontare la scarsa disponibilità di edilizia sociale, nonostante l’abbondanza di patrimonio abitativo non utilizzato;
– una riqualificazione della città dal punto di vista dell’efficientamento energetico e sismico, non solo per gli edifici pubblici e le singole abitazioni, ma di interi condomini e quartieri;
– rilanciare gli obiettivi del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES);
– la mappatura e la bonifica dei tetti in amianto, promuovendone la sostituzione con impianti solari e fotovoltaici (che dovrebbero essere più facilmente collocati anche nel centro storico);
– approfondire le conseguenze sull’urbanistica e sull’assetto della città di progetti come la riqualificazione dell’area della stazione;
– la futura definizione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) sul quale va avviato subito un confronto ampio con la città per comparare esigenze e punti di vista diversi (dei cittadini, dei lavoratori, dei commercianti, ecc.) e trovare soluzioni per una città più salubre, vivibile e attraente. Proprio sul PUMS potrebbe essere attivato lo strumento del “Percorso partecipato” recentemente approvato dal Consiglio Comunale e da quello dell’URF.
Ma la questione urbanistica e dell’assetto del territorio non è la sola questione rilevante sulla quale concentrarsi per un progetto di città futura della prossima Amministrazione.
Ed è proprio a partire dal confronto sui contenuti che l’Altra Faenza intende aprirsi ad un dialogo serio e proficuo, che vada al di là di una visione personalistica della politica che purtroppo, come abbiamo visto in questi giorni, è propria anche del confronto politico faentino e non solo dei palazzi romani».