Lo scorso venerdì le forze dell’ordine hanno arrestato, per evasione dai domiciliari, uno dei ragazzi indagati per la morte di Matteo Ballardini, lo studente diciannovenne morto in auto nell’aprile del 2017, dopo aver assunto sostanze stupefacenti, abbandonato dagli amici che per paura di ripercussioni non avevano chiesto l’aiuto del 118 e per tutta notte avevano continuano a divertirsi fra droghe e alcool, sebbene l’amico, in auto, fosse senza conoscenza.
Per la morte del giovane sono in attesa di processo 4 ragazzi. Dopo il fermo iniziale, due di loro sono stati scarcerati, mentre per altri due sono stati disposti gli arresti domiciliari. Si tratta di un 27enne di Lugo e delle 21enne ritenuta a capo della comitiva, la miglior amica di Ballardini, secondo i pm la principale responsabile della morte del diciannovenne, accusata di aver convinto i compagni a non chiedere aiuto perché era stata proprio lei a cedere a Matteo la droga rivelatasi fatale. Omicidio volontario, con dolo eventuale l’accusa.
Nei giorni scorsi il nuovo arresto del 27enne al quale si sono opposto il legale difensore. Secondo l’avvocato, infatti, il 27enne sarebbe uscito di casa semplicemente per aiutare la compagna e comunque si trovava proprio di fronte al cancello di casa. L’arresto è comunque stato convalidato e giovedì mattina il ragazzo è finito nuovamente davanti al giudice. 8 mesi la richiesta del pubblico ministero per l’evasione, ma il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per particolare tenuità dell’episodio (articolo 131bis del codice penale)