Il sindaco referente per le Politiche socio sanitarie dell’Unione Comuni della Bassa Romagna Luca Piovaccari e il sindaco di Lugo Davide Ranalli intervengono sul ripristino del punto nascita dell’ospedale di Lugo.
«In questi giorni si è rianimato un dibattito in modo a nostro avviso artificioso – spiegano i sindaci -. Nulla è cambiato rispetto agli indirizzi maturati in sede di Conferenza territoriale socio sanitaria, confermati da un ordine del giorno approvato nel Consiglio comunale di Lugo e dagli impegni assunti dal presidente della Regione nel marzo 2020 rispetto al ritorno alla normalità di quegli ospedali diventati Covid hospital. Purtroppo anche il Covid non ha mollato la presa e proprio in queste settimane il nostro ospedale sta di nuovo affrontando questa quarta ondata con la capacità e la professionalità che caratterizza tutti i nostri sanitari. Numerosi investimenti si sono riversati sul nostro ospedale e sulla sanità territoriale negli ultimi mesi. La riqualificazione del pronto soccorso, la nuova dialisi, il ripristino della gastroenterologia completamente riqualificata, il rilancio delle case della salute esistenti, che verranno integrate in futuro con quella di Lugo che troverà posto nell’area dell’ex acetificio Venturi».
«Riteniamo quindi veramente “artificioso” parlare di tempo che sta scadendo quando l’emergenza, seppur diversa rispetto alla terza ondata grazie ai vaccini, è ancora in corso e l’ospedale è sotto pressione – rimarcano Piovaccari e Ranalli -. In questo momento quello possiamo e dobbiamo garantire alle donne della Bassa Romagna è la possibilità di continuare a essere seguite in tutto il loro percorso nascita in servizi a loro prossimi, spostando verso altri presidi solo la parte conclusiva di questo percorso. In prospettiva, invece, siamo pronti con gli altri amministratori del territorio, ad affrontare un ragionamento di ampio respiro, che dovrà inevitabilmente coinvolgere anche la Regione, quando ci saranno le condizioni per la riattivazione di un servizio che è ovviamente importante per la cittadinanza e per un territorio vasto come quello della Bassa Romagna».