Si è tenuto ieri sera un Consiglio Comunale dedicato al tema della sanità in Bassa Romagna, presenti anche il Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria della Romagna Michele De Pascale e il Sindaco referente per le politiche di welfare dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Luca Piovaccari
Si è tenuto ieri sera, giovedì 26 settembre, il Consiglio del Comune di Lugo che prevedeva, tra gli altri, un punto all’ordine del giorno dedicato alla sanità pubblica e nello specifico all’Ospedale di Lugo, raccogliendo la proposta dei Gruppi consiliari di Lega, Per la Buona Politica e Movimento 5 stelle di avviare un confronto per approdare al più presto ad una proposta condivisa da sottoporre alla Regione Emilia-Romagna e alla Direzione Ausl Romagna.
Il confronto, che si è sviluppato alla presenza del Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (CTSS) della Romagna Michele De Pascale e del Sindaco referente per le politiche di welfare dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Luca Piovaccari, ha avuto come oggetto il tema delicato e complesso della sanità e nello specifico le criticità che riguardano l’Ospedale di Lugo, che garantisce un servizio pubblico fondamentale a tutti i cittadini della Bassa Romagna.
Moltissimi i temi oggetto del dibattito che hanno spaziato dalla sanità nazionale, al processo riorganizzativo che ha interessato l’Ausl Romagna negli ultimi anni, all’integrazione socio-sanitaria fino a temi più di dettaglio che hanno riguardato non solo la gestione della struttura lughese, ma anche la cultura della prevenzione, il valore del lavoro medico sanitario e la qualità della vita in rapporto ai servizi pubblici fondamentali, quali la salute e la sanità.
I problemi e le criticità del Presidio Ospedaliero di Lugo sono state ampiamente condivise dai presenti così come è stato delineato un percorso unanime, pur differenziato nei temi e nelle priorità dei diversi gruppi consiliari, per individuare potenziali soluzioni e proposte costruttive da portare nei tavoli che hanno competenza in materia, a partire dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (CTSS).
Molti interventi dei consiglieri si sono focalizzati sulle carenze del personale e sugli investimenti che tardano ad arrivare sulla struttura di Lugo. È stata posta l’attenzione sulla distanza fisica derivata dalla concentrazione delle specialità mediche nelle differenti strutture romagnole, non sempre opportunamente supportata anche da sistemi di trasporti pubblici funzionali ad un’erogazione di qualità dei servizi.
“È importante e opportuno affrontare il tema della sanità in questo Consiglio – ha dichiarato in apertura il Sindaco Davide Ranalli – per avviare una discussione volta ad analizzare e comprendere limiti e potenzialità della nostra struttura ospedaliera partendo dal presupposto che l’attenzione va sì rivolta all’Ospedale ma va anche inserita in una più ampia e strategica visione della sanità e del welfare in Bassa Romagna e in generale nel sistema sanitario locale. Un’azienda di queste dimensioni – ha proseguito poi il Sindaco – deve avere la capacità di rispondere con elementi di prossimità ai bisogni diretti di cura delle persone. I limiti devono diventare potenzialità su cui investire e su cui serve una scelta coraggiosa di gestione delle risorse. La regione Emilia-Romagna ha pertanto il dovere di intervenire incentivando il processo aggregativo avviato in ambito sanitario e il superamento delle difficoltà incontrate”.
I gruppi consiliari Lega, Per la Buona Politica hanno condiviso con l’assemblea un documento che contiene una serie di considerazioni e proposte sulla sanità e sul presidio ospedaliero di Lugo con il quale richiedono un’assunzione di impegno condiviso per il superamento delle criticità esistenti nell’Ospedale, alla piena efficienza dei servizi in cui i livelli essenziali delle prestazioni siano assicurati a tutti i cittadini, alla copertura degli organici in tempi brevi, alla attuazione degli investimenti previsti dalla pianificazione AUSL, allo sviluppo e consolidamento dei servizi di diagnosi e cure dal pronto soccorso, al potenziamento della medicina del territorio e alla realizzazione delle Case della Salute. Il documento è stato poi consegnato all’assemblea e al Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria della Romagna Michele De Pascale.
Al termine dei numerosi interventi dei Consiglieri presenti, il Sindaco referente per le politiche di welfare della Bassa Romagna, Luca Piovaccari ha delineato la posizione dell’Unione dei Comuni e illustrato i percorsi e i confronti già avviati.
“È necessario partire da un contesto più ampio – ha sottolineato il Sindaco Piovaccari – non si può prescindere dal fatto che la salute di ciascuno di noi dipende solo per 20/30% dalla sanità diretta, mentre il restante 70/80% dipende da fattori quali comportamenti personali e stili di vita; fattori sociali, condizioni lavorative, condizioni generali socio-economiche, culturali e ambientali, fattori su cui peraltro gli enti locali possono incidere moltissimo con politiche di integrazione socio-sanitaria. L’impegno per la non autosufficienza in Bassa Romagna, ad esempio, ammonta circa a 13 milioni di euro all’anno, di cui 1 proveniente da finanziamenti nazionali e il restante dal Fondo della Regione Emilia-Romagna, è evidente lo squilibrio come è evidente che bisognerebbe investire molto di più per garantire la migliore assistenza possibile alle persone prima di accedere ai servizi ospedalieri.
L’Ospedale di Lugo – prosegue Piovaccari – conta 250 posti letto, oltre 10000 ricoveri l’anno, circa 1300 interventi chirurgici. Sono numeri di tutto rispetto, che non evidenziano una struttura al collasso, ma sicuramente migliorabile. Una delle azioni su cui si sta ragionando è l’integrazione con l’Ospedale di Faenza che consente di ragionare su un bacino di utenza di quasi 200.000 abitanti, aumentando il vantaggio in termini di qualificazione del personale e di potenziamento delle funzioni”.
In chiusura il Presidente De Pascale ha riportato all’assemblea alcuni dei temi che l’ufficio di presidenza della Conferenza Territoriale sta affrontando con l’Ausl Romagna partendo dal presupposto che il sistema di cui si sta, giustamente, discutendo resta indiscutibilmente uno dei migliori sistemi sanitari pubblici del mondo, ma anche uno dei più sotto finanziati.
“Pretendiamo di mantenere livelli di eccellenza e qualità dei sistemi sanitari senza avere un sistema di finanziamento adeguato – ha sottolineato De Pascale – e inoltre paghiamo l’eredità di un grave errore della pianificazione delle professioni sanitarie. Stiamo lavorando con l’Università di Bologna per portare la facoltà di Medicina in Romagna, ciò significherebbe formare nuovi medici e incrementare i posti disponibili nelle facoltà di medicina. Inoltre è necessario investire sulle altre professioni sanitarie che con un’adeguata formazione potrebbero ricoprire funzioni più ampie e qualificate. Non va infine dimenticato che spesso ci concentriamo sugli interventi e le attività specialistiche, ma il tema che va affrontato con maggior vigore è quello delle patologie croniche che interessano la maggior parte della popolazione, a seguito anche del sempre crescente invecchiamento della popolazione”.
De Pascale ha poi ripercorso le ragioni che hanno portato alla definizione dell’Ausl unica Romagna evidenziando come in una condizione di risorse limitate la scelta non fosse tra mantenere lo status quo o meno, bensì tra mantenere o non mantenere servizi specializzati nelle strutture ospedaliere romagnole secondo il principio di garantire il massimo della qualità nelle prestazioni che si è in grado di garantire con appropriatezza.
“Il tema fondamentale – ha chiuso De Pascale – è che dovremo impegnarci per potenziare tutto ciò che permette alle persone, soprattutto anziane, di non aver bisogno di ospedalizzazione o di averne bisogno il più tardi possibile e nelle migliori condizioni possibili. Bisogna investire in assistenza e integrazione socio-sanitaria come la Regione Emilia-Romagna storicamente fa, ma non è ancora abbastanza. Tutto ciò che succedere prima dell’ingresso in ospedale è determinante per assicurare non solo servizi ma qualità della vita in tutte le sue fasi, la vera sfida è questa”.