Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sui temi dell’igiene urbana, il Servizio Igiene, Sanità ed Educazione ambientale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna lancia una iniziativa dedicata ai colombi urbani o piccioni di città.
La presenza dei piccioni in città è oggetto di opinioni contraddittorie; per alcuni possono rappresentare una piacevole presenza, ma per altri, quando l’entità della popolazione è significativa, sono causa di problematiche di decoro e di igiene urbana; in particolare, il guano può essere vettore di germi potenzialmente patogeni o allergenici per l’uomo. Anche gli edifici e il patrimonio architettonico può subire danni a causa delle reazioni chimiche dei vari materiali a contatto con il guano.
Il piccione di città, che è considerato un animale selvatico, si adatta infatti molto bene all’ambiente urbano, ove trova le condizioni ideali per vivere e riprodursi e riesce a procurarsi cibo con il minimo sforzo, dai residui e dai rifiuti dell’uomo.
La Regione Emilia-Romagna ha approvato un Piano per il controllo del piccione di città e per pianificare le azioni con i vari soggetti istituzionali in ambito urbano e rurale. Le misure hanno l’obiettivo di contenere per quanto possibile l’incremento delle colonie, per limitare i danni alle produzioni agricole e tutelare l’igiene e il decoro urbano, il patrimonio storico artistico e mantenere un certo equilibrio tra la presenza dei piccioni e l’ecosistema territoriale.
In ambito urbano vengono condotti da parte dell’Unione della Bassa Romagna periodici monitoraggi e censimenti per valutare quantità e stato di salute delle popolazione di colombi nei nove Comuni, e vengono applicate misure per ridurre due fondamentali risorse: quella alimentare e quella riproduttiva.
In particolare, per limitare la riproduzione, è molto importante impedire l’accesso dei colombi agli immobili, che possono diventare siti di nidificazione. In questo contesto è fondamentale anche la collaborazione dei proprietari di immobili, che devono attuare le misure di prevenzione e dissuasione presso le proprietà private, specie se si tratta di edifici abbandonati ove non sono disturbati dalla presenza dell’uomo e possono nidificare in gran numero.
Esistono due regolamenti principali che forniscono indicazioni su come gestire i propri immobili per garantire la salvaguardia dell’igiene e quali comportamenti adottare nei confronti dei piccioni: il Regolamento di igiene, sanità pubblica e veterinaria e quello di Polizia Locale.
È vietato dare cibo a piccioni e colombi allo stato libero, a eccezione dei casi in cui detta somministrazione sia connessa all’effettuazione di interventi della Pubblica amministrazione.
Il proprietario, l’amministratore o chiunque abbia la disponibilità di edifici è tenuto a verificare se negli stessi vi sia la presenza di colonie; in caso di presenza di piccioni o colombi, nidificanti o non, è necessario rendere inaccessibili gli immobili con griglie o reti o mediante la posa di dissuasori nei cornicioni, grondaie, calate di gronda, posatoi di qualunque tipo, compresa la chiusura delle finestre dei sottotetti.
Inoltre, per i proprietari di edifici vige l’obbligo di rimuovere periodicamente il guano di piccioni e colombi dalle proprie pertinenze ed effettuare operazioni di sanificazione e disinfezione delle aree interessate.
Gli uffici comunali e le forze dell’ordine ricevono spesso lamentele da parte di cittadini o di gestori di attività per la presenza di guano nel centro urbano e spesso la soluzione del problema è proprio in capo al proprietario dell’immobile, che può attuare i metodi indicati dal piano regionale, come la posa di dissuasori e la chiusura di finestre e lucernai.
L’Unione ha realizzato manifesti, cartelli e depliant informativi che verranno affissi negli spazi urbani e saranno disponibili presso gli Urp dei nove Comuni della Bassa Romagna con indicate queste regole. Sono stati realizzati anche appositi cartelli dove si ricorda il divieto di alimentazione dei piccioni, che verranno apposti in aree della città dove questo problema viene riscontrato maggiormente.
La campagna di informazione è stata sviluppata dal Servizio Igiene, Sanità ed Educazione ambientale dell’Unione, in collaborazione con gli Assessorati all’Ambiente, il Servizio Comunicazione, la Polizia Locale e i Servizi Lavori pubblici dei nove Comuni.