Giovedì 2 luglio nella Sala Giunta della Rocca di Lugo la giunta dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha incontrato i vertici locali di Ausl per fare il punto della situazione sui medici di famiglia nel territorio della Bassa Romagna.
Per l’Ausl della Romagna erano presenti il direttore del Comitato di Distretto di Lugo Maurizio Piolanti, il direttore Cure primarie ambito territoriale di Ravenna, Lugo e Faenza Mauro Marabini, il direttore dell’Aerea giuridico economica convenzionati esterni Pierdomenico Lonzi.
Nei prossimi anni nei nostri territori tantissimi medici di famiglia andranno in pensione per sopraggiunti limiti di età: dei 66 medici presenti, solo 5 saranno ancora in servizio nel 2030. Per questo l’Unione dei Comuni ha deciso di avviare un confronto di prospettiva con l’Azienda, per mettere in campo tutte le azioni necessarie a gestire e coordinare il quadro che verrà a crearsi nel futuro prossimo.
La Bassa Romagna risente della carenza strutturale nazionale di medici di base. Negli anni ’60-’70 ci fu un boom di laureati in medicina, ma oggi questa ondata si sta esaurendo e le sostituzioni non sono sufficienti, a causa anche di un’errata programmazione universitaria a livello nazionale (numero chiuso, specialità carenti, eccetera).
Criticità che è emersa anche sul fatto, per esempio, che negli ultimi anni nell’area ravennate sono andati in pensione circa 120 medici dipendenti, a fronte di un’acquisizione di solo circa 100 unità di personale. Altro esempio, a fronte del pensionamento di un medico di famiglia a Voltana per l’incarico provvisorio, non è stata trovata nessuna disponibilità nell’intero albo aziendale (che conta 546 medici), tanto che si è reso necessario attivare una soluzione alternativa sfruttando una disponibilità fuori graduatoria.
Ad oggi le zone carenti di medicina generale in Bassa Romagna sono 8: 2 su Lugo, 2 su Voltana, 1 su Longastrino, 1 su Bagnacavallo, 1 su Conselice, 1 su Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno. Si auspica di poterle coprire con il bando regionale previsto per la prima decade di luglio.
A queste carenze si aggiunge il fatto che i territori periferici sono spesso meno attraenti per un neolaureato. “Vogliamo quindi lavorare per creare le condizioni affinché le medicine territoriali siano stimolanti e interessanti per i medici di base – ha sottolineato il sindaco Luca Piovaccari, referente per le Politiche sociosanitarie dell’Unione -. Questo è possibile migliorando l’integrazione tra la medicina territoriale e quella ospedaliera, in particolare attraverso il rilancio e la ridefinizione del progetto delle case della salute, puntando sulla medicina di gruppo e sulla telemedicina”.
Come spiegato da Piovaccari, “la Bassa Romagna insieme all’Ausl deve fare in modo che le case della salute diventino luoghi di prossimità per la presa in carico complessiva dei bisogni di salute di bassa intensità che non richiedono una risposta ospedaliera, per rendere la macchina della sanità pubblica più efficiente e soprattutto più vicina al cittadino. La crisi Covid ha messo in evidenza questa necessità e ha aperto nuovi interrogativi sui quali dobbiamo lavorare”.
Proprio nell’ottica di favorire questo ricambio generazionale, in Romagna a settembre l’Ausl attiverà una nuova classe di specializzazione della Medicina generale per 35 posti per medici di famiglia. “Il nostro obiettivo – conclude Piovaccari – è di creare tutte le condizioni necessarie affinché i nuovi medici possano trovare nel nostro territorio strutture organizzative adeguate, una vera e propria rete integrata dei servizi sanitari su cui stiamo già lavorando, in stretta collaborazione con l’Ausl”.