Nel Presidio Ospedaliero di Faenza, a partire dal mese di luglio 2024, il Centro di Prevenzione Oncologica dell’AUSL Romagna, ambito di Ravenna, diretto dalla Dott.ssa Dolores Santini, riprenderà l’attività di chirurgia ambulatoriale per il trattamento delle lesioni preneoplastiche cervicali.
Il progetto ha l’obiettivo di uniformare le procedure diagnostiche, le indicazioni ai trattamenti e le metodiche di trattamento secondo le linee guida ministeriali e regionali garantendo un servizio omogeneo sull’intero ambito provinciale nei tre presidi ospedalieri presenti sul territorio, per le donne aderenti al programma di Screening Cervicale.
Il programma, attivo a livello regionale e in tutta la AUSL della Romagna dal 1996, prevede l’invito ogni 5 anni per eseguite il test HPV nelle donne di età compresa fra i 30 ed i 64 anni, ed ogni tre anni, dai 25 ai 29 anni, l’invito per eseguire il Pap-test nelle donne non vaccinate per il papilloma virus entro i 15 anni di età.
Nel 2023 nel distretto di Faenza circa 1000 donne hanno avuto accesso al servizio del centro di prevenzione oncologica per lo screening cervicale e di queste 83 sono state trattate con chirurgia ambulatoriale di lesioni pretumorali
L’obiettivo è stato raggiunto grazie al contributo ed alla generosità dei cittadini faentini che hanno deciso di sostenere, tramite donazioni, l’Unità Operativa di Oncologia di Faenza.
La valutazione effettuata congiuntamente dalla direzione medica e infermieristica del presidio ospedaliero faentino e dal direttore dell’UO Oncologia, dott. Stefano Tamberi ha prioritariamente considerato di utilizzare i fondi per acquistare un sistema di aspirazione e filtraggio dei fumi prodotti durante le procedure elettrochirurgiche, riducendo i rischi batteriologici e/o virali e risolvendo il problema della visione ottimale della zona di intervento durante i piccoli interventi. Tale apparecchiatura sarà fruibile anche dall’UO di Ginecologia e Ostetricia di Faenza, diretta dal Prof. Luca Savelli, durante l’attività di chirurgia ambulatoriale per il trattamento di donne non aderenti allo screening organizzato.
Lo screening consente di prevenire i tumori del collo dell’utero (cervice uterina) curando le lesioni precancerose che potrebbero evolvere in tumori contribuendo a ridurre i nuovi casi del 40%, e la mortalità del 50%.
Il programma di screening è sottoposto ad un rigoroso monitoraggio della qualità in tutte le sue fasi: tutti i dati vengono rilevati e analizzati periodicamente per verificare il raggiungimento del miglior livello qualitativo possibile, confrontandosi con gli standard italiani ed europei.
Tutto il percorso è organizzato e gratuito: dal test di screening fino all’eventuale diagnosi e cura e la persona viene accompagnata in tutte le fasi. I professionisti dei vari servizi si riuniscono con regolarità per discutere i percorsi individuali più appropriati.
Il programma è dotato di un protocollo che è stato studiato e condiviso dai migliori professionisti del settore, i quali periodicamente si riuniscono per aggiornarlo alla luce delle nuove evidenze scientifiche.
Dai dati regionali emerge una ottima adesione allo screening cervicale nell’ambito di Ravenna, così come per lo screening della mammella come evidenziato nella tabella con i dati regionali. Molto invece è ancora da fare per lo screening del colon-retto per aumentare l’adesione al programma che risulta purtroppo molto bassa, pur raggiungendo questo screening i migliori risultati in termini di riduzione dell’incidenza ( -33% nei maschi e -21% nelle femmine) e di riduzione di mortalità (-65% nei maschi e -64% nelle femmine)