Nell’Italia del Cinquecento soffiava il vento della riforma protestante e anche a Faenza le tesi riformatrici ebbero molta presa sulla popolazione, in particolare tra gli artigiani.
Tra questi spicca la storia di Fanino Fanini, fornaio faentino nato nel 1520 che, affascinato dalla predicazione di Padre Ochino, decise a sua volta di iniziare a predicare in città le tesi protestanti.
Le vicende e la storia dell’evangelico faentino, che portarono alla sua condanna a morte e poi all’impiccagione a Ferrara, sono assai affascinanti e ci forniscono uno spaccato storico dimenticato della nostra città, vicende che videro l’interessamento anche della figlia del Re di Francia e moglie del Duca D’Este di Ferrara per salvare il fornaio faentino.
Fanino Fanini è un faentino importante, annoverato in tutti i principali martirologi protestanti ed è figura assai importante nel mondo evangelico, figurando come protomartire in Italia.
Dopo le celebrazioni tenutesi a Ferrara, che hanno visto l’installazione di una lapide a lui dedicata nella piazza principale, l’amministrazione comunale organizza un incontro, in collaborazione con la Comunità CERBI (Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia), per conoscere e approfondire il contesto storico, le vicende e la storia dell’evangelico faentino, impiccato per la sua fede, il cui cadavere fu arso e le ceneri gettate nel Po.
L’appuntamento è per giovedì 18 novembre, alle 18, presso l’Auditorium di Palazzo degli Studi del Liceo Classico, di via Santa Maria dell’Angelo 1 a Faenza dove è in programma una conferenza alla quale parteciperanno il sindaco di Faenza, Massimo Isola; Alfonso Sciasci, della Chiesa Riformata Battista di Ferrara; Pietro Bolognesi, dell’IFED di Padova e Antonella Cagnolati, dell’Università di Foggia.