Nei giorni scorsi si è svolta a Bruxelles una grande manifestazione con la presenza di sindacati e lavoratrici e lavoratori dell’industria di tutta Europa per rivendicare un piano industriale europeo e chiedere all’Ue e ai Governi di agire ora, in quanto sono necessarie risposte concrete e urgenti per governare e non subire la transizione ecologica.

Ravenna ha partecipato con una delegazione della Filctem Cgil, di cui ha fatto parte anche Alberto Abbondanzieri, delegato sindacale di Eni Versalis, che è intervenuto dal palco sottolineando che, pur essendo l’Emilia Romagna una terra dalla forte vocazione industriale, non è però al riparo dai rischi che possono derivare da una cattiva gestione della trasformazione dei processi produttivi che, se non governati e indirizzati in maniera adeguata, possono causare vere e proprie crisi di sistema con pesanti ricadute economiche e sociali su tutto il territorio. “Non si stanno affrontando adeguatamente le transizioni digitali e green – ha detto Abbondanzieri -, l’energia costa troppo, mancano adeguate politiche industriali, sia nazionali che europee. Mancano i finanziamenti pubblici e privati per affrontare le transizioni. I paesi europei si fanno concorrenza invece di fare sistema. Ci sono errori ed egoismi delle imprese che spesso guardano alla finanza e meno agli asset produttivi. Chiediamo a istituzioni europee e nazionali: di aiutare le imprese, non farle chiudere e proteggere i lavoratori; finanziamenti europei e nazionali per difendere le industrie in Europa e sostenere una transizione giusta; la fine delle politiche di austerità”.

A causa della mancanza di una chiara strategia e di un piano industriale europeo, di decisioni aziendali sbagliate e di ritardi negli investimenti nell’industria, la deindustrializzazione non è più una minaccia, ma una realtà.

Sono cinque le richieste per un vero piano industriale europeo: investire nella formazione delle lavoratrici e dei lavoratori per garantire una giusta transizione ed evitare licenziamenti; prevedere una politica industriale con forti investimenti pubblici per una crescita inclusiva a condizionalità sociali integrate in tutti gli investimenti pubblici; investire in reti e infrastrutture moderne per un’energia stabile, conveniente, affidabile e a basse emissioni di carbonio; rafforzare la contrattazione collettiva e la partecipazione dei lavoratori al processo decisionale; garantire pratiche di acquisto eque e la due diligence sui diritti umani lungo le catene di fornitura.