Paolo Campana è un autore che si è guadagnato un suo piccolo spazio fra gli studiosi della storia della stampa e della tipografia.
Il suo libro precedente “Con ogni diligenza corretto e stampato – Stampatori, librai e cartari a Faenza dal XV al XVIII secolo” (Polaris Editore), pur nella sua ristretta localizzazione (Faenza e il suo territorio) è diventato un punto di riferimento per gli studiosi del settore ed è presente in numerose biblioteche in Italia e all’estero.

Ora, con questo suo nuovo libro «Nero di inchiostro – Ermenegildo Servadei un tipografo socialista a Brisighella (1891-1909)» (Tipografia Valgimigli), quasi come un autore di gialli o di thriller, “torna sul luogo del delitto”.
Non è un saggio storico, non è un romanzo e neppure una raccolta di memorie. Forse, però, è tutte queste cose insieme.
Vi si narrano le vicende di un tipografo ravennate, Ermenegildo “Gildo” Servadei (1858-1929) che, dopo aver portato la stampa tipografica a Brisighella, sotto i Tre colli trascorse buona parte della sua vita.
Quella di Servadei è la storia di un tipografo che della sua arte fece uno strumento di lotta, non volendo allinearsi come fecero tantissimi suoi colleghi per evitare i frequenti guai che collaborazioni non gradite ai vari poteri erano in grado di provocare.
Ermenegildo Servadei non aveva studiato ma era stato capace di colmare le ampie lacune della sua infanzia con accanite letture e frequentazioni altrettanto accanite di ambienti con orientamenti spesso rivoluzionari, in una Ravenna postunitaria in grande fermento.
All’inizio dell’ultimo decennio del XIX secolo, decise di trasferirsi a Brisighella dove, oltre alle proprie competenze, portò una visione del mondo non troppo in linea con gli orientamenti locali, tanto da essere etichettato come forestiero sgradito venuto a compromettere equilibri secolari.
I suoi torchi furono testimoni – e non di rado protagonisti – dei turbolenti movimenti sociali e politici che attraversarono l’Italia a cavallo tra Otto e Novecento, e la sua bottega vide passare numerosi personaggi la cui notorietà di frequente echeggiò ben oltre i confini nazionali, da mons. Francesco Lanzoni a Ugo Bubani, da Armando Borghi a Benito Mussolini.

Voce narrante quella dell’unica figura immaginaria di queste pagine, Balilla, garzone della bottega, le cui parole, vero e proprio atto d’amore verso l’arte tipografica, ci accompagnano alla scoperta dei tanti interpreti che si alternano sull’animato e pittoresco palcoscenico rappresentato dalle strade del borgo di Brisighella.

La presentazione del libro è organizzata dalla Bottega Bertaccini di Faenza, in collaborazione con la Pro Loco di Brisighella ed è in programma domenica 24 novembre, alle ore 17, al Circolo ANSPI G. Borsi / Cinema Giardino, via Fossa 12 a Brisighella.
Dialogano con l’Autore Francesco Donati e Guido Mondini