Dalla Casa-Museo del Cardello, che sarà inaugurata dopo il restauro il 12 giugno alle 17, ai luoghi evocativi del suo passaggio a Faenza, sua città natale. Sono tante le occasioni per riscoprire la figura di Alfredo Oriani, scrittore, storico, poeta e viaggiatore.
Sabato 12 giugno, dunque, si svolgerà la cerimonia inaugurale del Cardello, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori e dei sindaci di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini e di Faenza, Massimo Isola, quest’ultimo anche in qualità di presidente dell’Unione Romagna faentina. Interverranno inoltre Sandro Rogari, presidente della Fondazione Casa di Oriani, Aida Morelli, architetto progettista dell’intervento di restauro, Roberto Rinaldi Ceroni, consulente del progetto di manutenzione del parco del Cardello e Stefania Baldassarri di If Imola Faenza Tourism Company. La casa, dove Oriani morì nel 1909, è un raro esempio di casa signorile romagnola dell’epoca splendidamente conservata ed è aperta e visitabile nei fine settimana e nei giorni festivi fino al 31 ottobre.
If Imola Faenza Tourism Company propone inoltre un interessante e inedito percorso per approfondire la conoscenza di Oriani attraverso i luoghi che lo ricordano e valorizzarne l’opera. Il percorso è contenuto in un pieghevole ricco di dettagli che crea un ponte tra Faenza e Casola Valsenio, i due luoghi da lui più amati. Lo scrittore passò infatti gran parte della sua vita a Casola Valsenio, nella casa ora trasformata in museo, ma la sua città d’origine era Faenza, dove era nato a metà dell’Ottocento da una famiglia benestante e che restò un punto di riferimento per tutta la sua vita. Spesso scendeva da Casola con la sua bicicletta e raggiungeva la città per incontrare amici con cui discuteva di politica e di attualità nelle osterie e nei caffè del centro. A volte consegnava alle osterie il vino prodotto nelle sue proprietà, a cui teneva particolarmente. Molte sono le tracce di Oriani nella sua città natale, alcune facili da individuare come la casa di famiglia, in via XX Settembre o i monumenti a lui dedicati da Biancini e da Rambelli. Altre più nascoste, come i documenti conservati nella Biblioteca Manfrediana o il ritratto nel Palazzo Comunale. Altre ancora che necessitano di una interpretazione, come la lapide nella torre dell’ex Palazzo delle Poste.
In collaborazione con la Proloco di Faenza e le sue guide, l’itinerario troverà anche spazio nel ricco calendario di visite guidate proposte ogni anno, con una visita guidata dedicata, messa in programma per settembre.