I campioni, che con le loro imprese hanno contribuito a tenere alto il nome della città agli appuntamenti sportivi per eccellenza come le Olimpiadi; i tecnici, che hanno rivoluzionato allenamenti e metodi di preparazione; i dirigenti, che hanno trasformato le società facendole uscire dal volontariato e dando loro un’impronta manageriale.
Tutto questo e tanto altro viene raccontato nel volume “Il Panathlon Ravenna – Sessant’anni di attività 1958-2018”, realizzato dallo stesso Panathlon in occasione appunto dei 60 anni di attività del club. Il libro ripercorre non solo le iniziative del service, ma anche la storia dello sport locale attraverso eventi e personaggi che hanno segnato anche l’evolversi della società. Un contributo che passa attraverso le immagini e i momenti che hanno caratterizzato le imprese “sul campo” e quelli mirati a valorizzare l’impegno e il gesto indipendentemente dal risultato raggiunto, come ad esempio con il premio Fair Play.
Nelle 127 pagine del libro – che sarà ufficialmente presentato il 22 marzo nel corso di una serata conviviale aperta a soci e invitati – trovano spazio il racconto dei ravennati ai Giochi olimpici, a partire dal ciclista Guglielmo Malatesta, che nel 1908 gareggiò a Londra, alle prime medaglie olimpiche conquistate nel 1932 a Los Angeles da Omero Bonoli nella ginnastica, da Ercole Gallegati nella lotta e da Renzo Morigi e Domenico Matteucci nel tiro a segno fino alle imprese più recenti di Vincenzo Maenza nella lotta e di Josefa Idem, unica donna al mondo a partecipare a 8 Olimpiadi, nella canoa. Un tributo che passa anche da chi ha segnato l’evoluzione dello sport in Italia come Angelo Costa, inventore della pallavolo italiana, Celso Minardi che ha rifondato a Ravenna il ciclismo dilettantistico e figure di alto profilo dirigenziale come quella di Alfa Garavini, di Renzo Zannoni, di Alfredo Cavezzali e di Paolo Borghi.
Ma, accanto agli sport tradizionali e ai successi, il Panathlon intende celebrare anche discipline emergenti e soprattutto i valori, etici e morali connessi all’attività fisica, in particolare il contrasto al doping, gli incontri nelle scuole, il sostegno agli studenti più meritevoli e le tante iniziative finalizzate a promuovere lo sport e far avvicinare i giovani, come accaduto di recente, all’iniziativa “Sport in Darsena” che ha trasformato un angolo della città in una palestra a cielo aperto e al progetto “Orienteering culturale” giunto alla undicesima edizione.
Il presidente del Panathlon di Ravenna, Davide Rossi, sottolinea “l’impegno di tutte le persone che hanno collaborato per il club nei diversi ruoli, perché il loro contributo ha permesso di tracciare un solco profondo nella vita associativa del nostro territorio. Infatti, il nostro club non vive solo di ricordi, ma è ben presente come istituzione sportiva con un obiettivo culturale volto a perseverare valori etici e morali”. Il presidente ringrazia tutti i componenti del consiglio direttivo e i soci che hanno contribuito alla realizzazione del libro.