L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ravenna, per voce del suo Presidente Paola Suprani esprime il proprio plauso per i colleghi infermieri promotori di questa iniziativa e li ringrazia di cuore. Vincendo la naturale riservatezza degli operatori che non volevano farsi vanto di questa iniziativa l’OPI di Ravenna intende invece dargli il giusto valore facendo in modo che questo esempio non resti sotto silenzio ma venga conosciuto e condiviso dalla popolazione e dalla comunità infermieristica tutta, Esso rappresenta infatti anche un modello che potrebbe essere seguito da altre realtà simili alla nostra.
Lettera degli infermieri che hanno partecipato all’iniziativa:
“Il DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 all’art. 63. Prevede, per gli infermieri, nella busta paga di marzo o aprile, un bonus di 100 € suddivisi in base alle giornate di presenza in servizio. Nonostante l’enorme sforzo legato al contagio da Coronavirus che li sta mettendo a dura prova, e al fine di migliorare le condizioni di vita dei ricoverati in isolamento, alcuni colleghi infermieri dipendenti AUSL Romagna, hanno pensato di raccogliere il corrispondente del bonus e metterlo a disposizione dei cittadini ottenendo qualcosa di utile per far fronte a questa emergenza. Nello specifico sono stati acquistati 30 tablet che, donati alla AUSL, serviranno a garantire un contatto tra i pazienti ricoverati a causa della quarantena ed i propri cari coi quali non possono relazionarsi o ricevere loro visite. Rompere la solitudine che circonda i ricoverati nei reparti Covid19, isolati, connessi a respiratori, circondati da personale reso irriconoscibile dalle protezioni, può rappresentare un raggio di luce nel buio. Questo materiale informatico resterà, terminata l’emergenza attuale, nelle disponibilità della AUSL della Romagna per scopi simili.
Questa donazione vuole riaffermare e rafforzare quanto questa emergenza sanitaria ha messo in luce: la centralità dell’infermiere nel Sistema Sanitario Nazionale e nel processo di assistenza e di come forte sia l’impegno della professione infermieristica nell’essere a fianco e alleato della persona malata.
Per gli infermieri la qualità di vita del cittadino ospedalizzato non si ferma alla sola cura del corpo, della malattia, ma si protende anche alla sfera psichica e mantenimento della rete di relazioni e di affetti personali.
Questo piccolo gesto è testimonianza di questo quotidiano impegno; rappresenta non solo un fine da perseguire quale professionista ma anche un compenso, una soddisfazione personale che si specchia nella gratitudine che si legge negli occhi e nei sorrisi dipinti sui volti dell’assistito e dei familiari. La gratificazione del proprio operato è un bene prezioso a volte di maggiore valore morale del modesto compenso economico.
Infermieri professionisti e non eroi, ricchi di umanità, dediti al lavoro, volti al bene delle persone, generosi; dalle vite personali spesso gravate da carichi di lavoro opprimenti, mancati riposi, ferie non godute, infermieri che invece meriterebbero di più”