“Nel merito del ragionamento, alla luce dell’impennata del costo delle materie prime , del gas e del costo del barile come non si vedeva da anni, riteniamo che la strada giusta per tutelare il nostro modello economico, sociale ed industriale non può che passare da una rinnovata valutazione strategica delle potenzialità di cui il nostro territorio dispone e che ne dovrà far emergere il ruolo primario a livello nazionale.
Mai come oggi Ravenna può essere la vera candidata capitale della transizione energetica e nello stesso tempo fornire un concreto aiuto per abbattere il costo delle bollette attraverso una ripresa delle attività di estrazione e dell’attuazione dei progetti da tempo annunciati sui temi energetici.
Dopo la notizia , anche se di per se non molto coraggiosa dal punto di vista politico, del varo del nuovo Pitesai, a ns giudizio diventa essenziale e fortemente auspicabile che il governo Draghi e la regione Emilia Romagna non perdano tempo e siano in condizione di autorizzare prima possibile nuove misure urgenti , che favoriscano la ripresa delle estrazioni di gas metano nei pozzi dell’adriatico ed in tutto il paese oltre a tutti gli investimenti annunciati per la transizione energetica (fotovoltaico, eolico, solare offshore e produzione di idrogeno dalla ccs ) nel nostro territorio.
Non si può perdere tempo. Il tema diventa ora quello di velocizzare le procedure su tutto cio’ che occorre adottare, dunque tempistiche certe e concrete, per approvare gli investimenti di cui in questo momento si ravvede l’urgenza e di cui il territorio di Ravenna ha già annunciato la possibilità di concretizzare.
Accelerare i permessi e ridurre le tempistiche di approvazione diventa il tema centrale della discussione oggi per consentire alle imprese e al mondo del lavoro di essere protagonisti della transizione energetica e ambientale. ma soprattutto per poter abbassare il costo delle bollette che le famiglie italiane si troveranno costrette a dover ulteriormente pagare, rendendo ancora piu’ deboli i redditi delle famiglie già fortemente provati dalla pandemia covid.
Siamo oggi consapevoli che, con il mix energetico italiano basato soprattutto sul gas importato, il nostro paese è fortemente danneggiato dall’attuale situazione di crisi globale dei fornitori di gas; il conflitto tra Russia e Ucraina rende l’Italia sempre più debole e dipendente dagli approvvigionamenti esteri, con una bolletta energetica sempre più cara per imprese e famiglie.
Usufruire dei nostri giacimenti e l’emergenza “caro bollette” che sta investendo il nostro paese necessita di un ulteriore sforzo nella direzione ineludibile dell’aumento della produzione del gas nazionale, in tempi stretti.
Altrimenti l’unica alternativa è quella di riprendere in mano centrali a carbone.
A nostro giudizio, come diverse volte pubblicamente sostenuto, prima di tutto diventa assolutamente necessario “sbloccare” urgentemente le riserve presenti nei giacimenti già autorizzati e gli investimenti già programmati, così come è fondamentale completare le infrastrutture necessarie a raggiungere lo scopo dell’aumento della produzione
Non c’è una transizione energetica credibile senza il gas ravennate e nazionale .
Gli scenari di cambiamento a cui siamo sottoposti in questi giorni, ci mettono chiaramente davanti al fatto che l’Italia si doti di una nuova visione industriale e che si inizi a parlare concretamente di aprire un vero dibattito sulla sovranità energetica nazionale.
Auspichiamo che il governo nazionale e la regione siano parti attive in questo percorso e che le pastoie della burocrazia non fermino gli investimenti di cui il territorio e il mondo del lavoro hanno bisogno come mai in questo momento.”