Le UILFPL di Cesena, Forlì e Ravenna hanno deciso di non sottoscrivere gli ultimi accordi integrativi per la destinazione delle risorse provenienti dai fondi dei dipendenti.
Le nostre ragioni:
L’accordo sui DEP prevede un investimento economico che nel 2024 consentirà passaggi di fascia solo per circa 1700 colleghe\i su un totale, che ha maturato i requisiti, di almeno 12.000 dipendenti.
Inoltre, non è stata prevista alcuna garanzia in merito ad una continuità delle DEP per gli anni a venire. Dopo 5 anni di totale blocco questi numeri non sono condivisibili e rappresentano un insulto, se non fumosi impegni senza obiettivi certi come avvenuto nella scorsa tornata.
- L’accordo sul welfare aziendale prevede un investimento alle medesime condizioni degli anni passati. Ciò significa che chi non ha figli continuerà a non avere nessun tipo di sostegno al reddito. A nostro avviso era necessario allargare la platea dei possibili beneficiari, altrimenti che tipo di Welfare è? La UILFPL sin dal primo anno aveva chiesto di individuare una piattaforma che potesse garantire una risposta a TUTTE le Lavoratrici e Lavoratori.
- L’accordo sulla mensa prevede di aumentare di 1 euro soltanto il buono pasto con risorse aziendali e contestualmente di investire risorse dei fondi per eliminare la trattenuta di 1,05 euro. L’aumento di 1 euro come strumento per coprire l’inflazione degli ultimi anni sembra più una beffa che una conquista. Inoltre, l’accordo ha una durata di sei mesi. E nel 2025 che succede?
Viene ampliata la fascia oraria per il pasto dalle 15,30 alle 16,30. L’esperienza di questi anni ha dimostrato come siano le fasce stesse il problema. Le fasce andavano del tutto superate. Inoltre, non c’è nulla sull’eliminazione del vincolo del rientro di un’ora e trenta minuti che ha causato tanti problemi.
Manca infine, cosa a nostro avviso fondamentale, la cumulabilità dei buoni pasto, rimessa ad un futuro studio per gennaio 2025, peccato, che a gennaio 2025 potrebbe non esserci più questa direzione data la scadenza del mandato.
- L’accordo prevede l’utilizzo 2.500.000 euro dei fondi residui 2023 per “il mantenimento della forza lavoro necessaria al mantenimento delle priorità aziendali” tradotto significa il pagamento delle POA nel periodo giugno-settembre 2024.
Saremo fuori moda ma a nostro avviso “le priorità aziendali” non devono essere pagate con i fondi dei dipendenti ma con i soldi del bilancio in un momento nel quale i dipendenti calano come attesta la stessa Reazione Emilia-Romagna. Inoltre, questa necessità di POA straordinarie dimostra la totale inadeguatezza degli organici e che l’azienda non ha ben preparato i necessari aumenti estivi che in piccolissima parte vengono fatti tra luglio\agosto mentre normalmente si dovrebbero fare tra aprile\maggio. Altrimenti che potenziamento estivo è?
Nella pratica questo stato di cose significa che in molti reparti colleghe e colleghi sono da mesi sottoposti a carichi di lavoro insostenibili senza le coperture di ferie ed assenze. Mancando serie risposte alla reale situazione sopra descritta si pensa di coprire il tutto inserendo POA in matrici di turno e di farlo con i soldi degli stessi dipendenti che vengono messi in continua difficoltà dalle scelte sbagliate di questa azienda? Ma ci rendiamo conto?
Avremmo quindi potuto, ad esempio, raddoppiare i fondi destinati al welfare come strumento di sostegno al reddito, o in forme di vera valorizzazione professionale a patto che per qualcuno la valorizzazione delle persone non passi da farle lavorare semplicemente di più e male. Anzi, andrebbero tagliate le risorse per lo straordinario, adeguando gli organici, e le risorse derivanti investite sulle DEP. Invece, no, l’Azienda spende i soldi dei dipendenti per sopperire alla carenza di organico e così facendo i dipendenti da un lato hanno meno DEP e dall’altro sono continuamente chiamati a lavorare sempre di più.
Oltre al merito sopra descritto abbiamo scelto di dire di no ad un metodo, autoritario, che è oramai il metro di questa Azienda. Avanti insieme per cambiare a fondo le sbagliate ed ingiuste logiche che guidano l’AUSL della Romagna. Piegare la testa su questi principi vuol dire fare andare le cose sempre peggio. L’accordo andava modificato per renderlo migliore. Noi non accettiamo il ricatto del prendere o lasciare al quale si è prestato invece qualcun’altro.