“Non sono certo le medaglie, le decorazioni e gli ordini cavallereschi le motivazioni che hanno portato migliaia di professionisti e operatori, realmente in prima linea, a garantire con dedizione e sacrificio tutta le proprie forze alla lotta alla pandemia.
Le motivazioni, che riteniamo siano condivise dalla stragrande maggioranza dei dipendenti della sanità sono il senso di responsabilità che è emerso in modo diffuso, le aspettative di vera e profonda valorizzazione e reale riconoscimento del lavoro fondati sugli aspetti professionali, formativi e retributivi.
Noi non disponiamo di medaglie e di onorificenze, ci congratuliamo con coloro che hanno avuto questa soddisfazione e, certi di rappresentare il pensiero diffuso dei tantissimi “non eletti”, siamo sempre più convinti della necessità di continuare a sostenere, senza indugio e con qualsiasi mezzo, il personale dipendente, a partire da tutti coloro che in prima linea e ogni giorno, al di là delle mille difficoltà affrontate, sostengono la rete dei servizi sanitari garantendo la tutela della salute pubblica.
Tuttavia, in merito alle onorificenze consegnate ieri, dobbiamo evidenziare come ci saremmo aspettati una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti dei tantissimi professionisti e operatori che dai reparti e servizi Covid, a quelli diagnostici, di prevenzione e tracciamento, così come quelli afferenti all’emergenza-urgenza, sono stati in prima linea, anche contraendo forme gravi della Covid-19, addirittura perdendo la vita.
Nulla ci stupisce oramai, ma sarebbe davvero interessante comprendere con quali criteri sono state individuate alcune situazioni e come mai altre invece, anche solo a nome di tante figure professionali coinvolte nella lotta alla pandemia, sono state totalmente dimenticate.
Crediamo che questa sia la domanda che si pone oggi la stragrande maggioranza dei dipendenti della sanità in Provincia di Ravenna.”