Destinare parte dei fondi raccolti per venire incontro alle esigenze degli enti locali, delle famiglie e delle associazioni che stanno attuando, in emergenza, l’accoglienza dei profughi ucraini.
A chiederlo è un’interrogazione del Partito democratico che sottolinea le contraddizioni che stanno emergendo nella gestione dei rimborsi, con il rischio che le famiglie che hanno per prime proceduto all’accoglienza rischino di rimanere penalizzate. “Fra gli aiuti previsti non ci sono sostegni per alcuni interlocutori fondamentali: le famiglie che già stanno ospitando nuclei ucraini, sia che siano parenti sia che siano cittadine e cittadini che hanno generosamente aperto le porte di casa; il terzo settore, che già sta accogliendo profughi in strutture di propria disponibilità; singoli cittadini che hanno messo a disposizione appartamenti in modo informale, senza entrare nel circuito SAI; i Comuni che supportano e coordinano l’accoglienza nei loro territori e che si trovano a dover sopperire con i loro fondi ai bisogni delle famiglie, sia italiane sia ucraine, dal momento che ancora non sono chiari i tempi e i modi con cui sarà reso fruibile il contributo statale”, spiega il Pd per il quale “in questo modo il rischio è di penalizzare chi ha avuto un comportamento virtuoso e si è attivato fin da subito per garantire la migliore accoglienza possibile a donne e bambini in fuga da una guerra cruenta. Una logica che a volte spinge fino al paradosso di fare uscire le persone ospitate, in modo da liberare posti, per poi farle rientrare nelle strutture messe a disposizione con l’avviso”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se condivida l’importanza di destinare parte dei fondi raccolti per venire incontro alle esigenze degli enti locali, delle famiglie e delle associazioni che già stanno attuando l’accoglienza in emergenza e se in questo quadro non ritenga opportuno erogare, ad esempio, un contributo diretto ai Comuni che accolgono profughi sul loro territorio, che potrebbe essere dato sulla base del numero effettivo delle persone accolte e finalizzato all’aiuto economico sia delle famiglie ospitanti sia dei nuclei ospitati”.
Il Pd vuole inoltre sapere se la Giunta “non ritenga opportuno pubblicare, ad esempio, un avviso pubblico rivolto agli enti del terzo settore, finalizzato all’aiuto economico dei nuclei ospitati e al rimborso delle spese sostenute dalle associazioni e se non ritenga opportuno sollecitare il governo affinché venga facilitata l’acquisizione dei documenti necessari per richiedere la protezione temporanea, ovvero il documento di riconoscimento in tre lingue rilasciato dal Consolato d’Ucraina a Milano, le traduzioni e le asseverazioni in Tribunale”.
Un altro quesito riguarda la richiesta di “inserire nei prossimi bandi anche misure di supporto ad associazioni che si occupino di supportare la popolazione ucraina accolta in Emilia-Romagna nel disbrigo di tali pratiche burocratiche”.