La taverna, con disegni colorati e palloncini, è stata adibita a sala giochi per i bimbi, che possono recarsi anche negli spazi all’aperto. Vengono organizzati corsi di italiano, con insegnanti certificate, mentre un ospite afghano dà lezioni di taekwondo ai più piccoli.
C’è grande attività e solidarietà al Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Riolo Terme, in provincia di Ravenna, gestito dalla cooperativa sociale “Nuove accoglienze”. Qui stamani si è recata in visita l’assessore regionale alla Protezione Civile, Irene Priolo; erano presenti anche il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, e il sindaco di Riolo Terme, Alfonso Nicolardi.
“Oggi ho avuto modo di vedere di persona lo straordinario impegno che si sta mettendo in campo per accogliere e soccorrere le persone in fuga dalla guerra in Ucraina, a partire dalle donne e dai bambini- afferma l’assessore Priolo-. Attività ben organizzate, segno che il modello di prima accoglienza predisposto in questa regione funziona. Voglio ringraziare tutte le persone coinvolte- ha sottolineato l’assessore-, dagli operatori ai volontari ucraini che si sono offerti come mediatori. C’è una grandissima solidarietà tra tutti, e questo non può che essere positivo”.
Il Cas di Riolo si trova in un albergo preso in affitto dalla cooperativa sociale, che ha vinto l’ultimo bando della Prefettura. Ha una capienza di 85 posti (il prefetto peraltro sta lavorando per reperirne altri) e attualmente ospita 73 persone, soprattutto donne e bambini. Gli uomini attualmente sono solo tre, due anziani e un ragazzo che si trovava fuori dall’Ucraina a inizio guerra, prima che fosse impedito agli uomini di uscire dal Paese.
Il Centro ha aperto il 7 marzo e svolge numerose attività: vitto, alloggio, accompagnamento nelle pratiche per il permesso di soggiorno e rilascio del codice Stp, esecuzione del tampone, somministrazione dei vaccini. Le persone accolte vengono subito accompagnate a una prima visita di medicina generale nelle strutture dell’Azienda Usl di Ravenna. Nel Cas sono presenti psicologi e volontari ucraini che si sono offerti come mediatori.
“Questa struttura- conclude l’assessore-, allestita proprio nel centro di Riolo, accoglie al momento quasi esclusivamente donne e bambini, drammatica testimonianza delle migliaia di famiglie che questo conflitto sta forzatamente separando: uomini al fronte, donne e bambini in fuga dal proprio Paese”.