“Nonostante i numerosi articoli e nessuna smentita, non è stata fornita alcuna spiegazione del fatto che le uccisioni dei daini della Pineta di Classe da parte dei cacciatori avvengano nella zona di validità della Delibera regionale tuttora in vigore che invece ne prevede gli spostamenti. Bracconaggio autorizzato?” a chiederlo sono il circolo Legambiente Delta del Po, Italia Nostra sezione di Ravenna, Oipa Ferrara e Oipa Ravenna. “Riteniamo impossibile possa trattarsi di questo, ma visto che al contempo non sono giunte risposte, le associazioni inviano una richiesta di accesso atti all’Ambito Territoriale di Caccia e alla Regione per comprendere quanto accaduto. Si teme inoltre, dopo un periodo di apparente quiete, che le uccisioni – non si sa come autorizzate – possano riprendere, e senza che sia stata data alcuna informativa alla cittadinanza, nemmeno per quanto riguarda la sicurezza, visto che vengono impiegate armi potenzialmente da guerra e con gittate di oltre un chilometro”.
Resta senza seguito anche l’incontro effettuato nella sede dell’Ente Parco del Delta del Po tre mesi fa alla presenza delle associazioni ambientaliste, che in quell’occasione non furono informate delle uccisioni in corso: “Nessun dato credibile sui censimenti effettuati, ne sia prova che in quell’incontro si confermò un numero di circa 500 daini per la Pineta di Classe, mentre invece la Comandante della Polizia Provinciale Mazzotti ha recentemente parlato di 900 daini. Numeri inconciliabili anche sul piano scientifico rispetto al censimento ufficiale della Regione a fine 2022”.
“Dichiarazioni quantomeno discutibili e non circostanziate, che raddoppiano quasi “miracolosamente” i numeri, dati in pasto all’informazione per esacerbare gli animi e giustificare in questo modo le uccisioni?” chiedono le associazioni, che nel frattempo temono un’accelerazione degli abbattimenti, anche in vista della prossima stagione estiva, “nel clima di silenzio istituzionale che ha finora avvolto la vicenda”.