Tutela del Grande Fiume, contrasto al bracconaggio ittico, alle escavazioni abusive e allo sversamento di sostanze nocive, monitoraggio sui prelievi delle acque superficiali e sotterranee, realizzazione di opere di ingegneria naturalistica.
L’Accordo quadro sottoscritto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dal Comando dei Carabinieri Forestali riguarda diversi ambiti di intervento, nell’ottica della valorizzazione e della salvaguardia del Grande Fiume.
Il testo – sottoscritto dal Generale di Corpo d’Armata Antonio Pietro Marzo, Comandante del Carabinieri Forestali e da Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – stabilisce gli ambiti di intervento dei due Enti, con l’obiettivo di migliorare la reciproca collaborazione e sistematizzare l’azione di salvaguardia del fiume Po.
Le aree prevalenti di intervento riguardano, nello specifico, il contrasto al bracconaggio ittico lungo il fiume e alle escavazioni abusive negli alvei dei corsi d’acqua, oltre che agli spandimenti di letami sui terreni agricoli e agli scarichi di reflui di sostanze nocive o non autorizzate.
Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e Carabinieri Forestali lavoreranno insieme anche per contrastare la presenza di rifiuti, soprattutto di materie plastiche, lungo le aree golenali del fiume. I due Enti si impegnano inoltre alla fornitura di collaborazione tecnica per la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, riforestazione e rivegetazione, soprattutto nel territorio di aree protette e siti Natura2000 e con particolare riguardo al Progetto “Rinaturazione dell’area del Po” finanziato con fondi PNRR.
L’accordo quadro è orientato alla fornitura di un contributo ai sistemi di controllo e monitoraggio sui prelievi delle acque superficiali e sotterranee e all’individuazione congiunta di modalità per un efficace controllo e monitoraggio delle concessioni di utilizzo del demanio idrico.
La collaborazione riguarderà inoltre lo sviluppo di azioni di controllo volte a segnalare e prevenire l’introduzione e la diffusione di specie faunistiche e vegetali invasive, soprattutto nel territorio di aree protette e siti Natura2000 e lo sviluppo di azioni comuni di controllo e monitoraggio sui rilasci di deflusso minimo vitale/deflusso ecologico a valle dei prelievi e delle deroghe eventualmente rilasciate.